domenica 13 marzo 2022

Archivio 51

 

Estratto da "zibaldoni" 

(Prima pubblicazione venerdì 31 marzo 2017



VI
I luoghi hanno l'anima di chi li abita


mercoledì 9 marzo 2022

Archivio 50

(Prima pubblicazione: marzo 2016)

8 marzo
 
Noi uomini lo sappiamo. Dovremmo festeggiarle ogni giorno. Non soltanto in una festa comandata. Sono le nostre compagne di vita. Quasi sempre le guidiamo noi, ma sono loro che ci portano, ci trasportano verso luoghi che talvolta, neppure conosciamo. Iniziamo ad amarle per come sono fatte, per le loro forme. A volte arrotondate, a volte spigolose. Poi le apprezziamo per come sono dentro. Motori inarrestabili, capaci di restare assieme a noi per una vita intera. Anche quando le lasciamo per una nuova passione, restano per sempre nel nostro pensiero e magari le incontriamo con un altro uomo, a cui concedono di percorrere un altro tratto della strada.
Forse riusciremmo a vivere senza di loro. Ma è difficile immaginarla, ormai, una vita senza auto.

martedì 8 marzo 2022

Nuovi testa-menti

Vera conversazione a tre.
(Vedi altro post: "Il nome di Dio invano")

La Stefi: "Ma come, hai augurato che venisse un embolo a Putin? Allora anche a Biden."

Il Mark: "E a Zelensky no?"

Io: "E di quello stronzo di Abele, ne vogliamo parlare?"


(Mi sento orgoglioso della mia capacità di reazione, ben oltre la Nato.)

Il nome di Dio invano

 Cosa vuoi che sia per te, Signore?
Una semplice e minuscola pallina di grasso,
che può lasciare il luogo in cui è rimasta ferma
per molti anni.
Non piangerebbe tanto, nello staccarsi dalle pareti
che l'hanno accolta fin da quando aveva iniziato 
la sua formazione.
Seguirebbe curiosa il flusso che la portasse in giro
per quell'universo, fatto di miliardi di altre
minuscole forme rotondeggianti.

Cosa vuoi che sia per te, Signore,
farla giungere nel luogo in cui il Destino l'attende.
E farla fermare, come un bambino che cade nel pozzo.
Che non può più scendere, ma neppure essere 
riportato in superficie.

Solo una cosa ti potrei chiedere, Signore.
Che sia un pozzo scavato nella testa di Vladimir.
E che io possa dare un nome a quella pallina.
Embolo.

sabato 5 marzo 2022

La fortuna è Ceca

Non chiedete.
Non pregate.
Almeno per oggi, ditelo quanto siete fortunati
a non dover cercare una casa che abbia una cantina,
dove non ci siano vetri rotti o muri sbriciolati.
Dove qualcuno abbia ancora un piccolo fornello 
e una bustina di the.
Ditelo a voi stessi e ai vostri cari, che siete felici
di poterli vedere in viso e di poterne carezzare 
le guance.
Ripetetelo ancora una volta, mentre scegliete 
quale dolce posare sul piattino di porcellana,
assieme a una tazza di latte caldo.
Ditelo, quanto siete fortunati.
Almeno per oggi.

mercoledì 2 marzo 2022

Vladimir Sputnik & la globalcanizzazione

Peccato.
Era così bello il Mondo,
diventato tanto piccolo,
da poter allungare lo sguardo
e riuscire a vedere noi stessi
di spalle.

martedì 1 marzo 2022

Buon otto

Leggo spesso.
Ascolto molte volte.
Vedo così tanto.
Tutte quelle storie di donne.
Conosco la trama del racconto.
I personaggi si somigliano così tanto, nell'essere, all'apparenza, così diversi,  che dopo, li riconosci tutti. Solo dopo.

Io invece dico sempre una cosa che sentivo raccontare da mia nonna.
Dico sempre più spesso che già dalla prima volta, già dal primo passo verso quella strada, imbiancata, in cima, di rosso sangue, bisognerebbe fare qualcosa.
Fin da subito bisognerebbe fare quello che lei raccontava con dolore, quando parlava con mestizia di coloro che, per qualche motivo (che preferiva non precisare) erano portati via dalle loro case, dal loro paese.

Usava parole che non erano belle.
Che segnavano in modo indelebile chi le subiva.  
In fondo era giusto così. Finivano a quello che lei chiamava "domicilio coatto".
Non ho mai capito se fosse una condanna, o un modo per salvarli da una sorte peggiore.

Per questo ho pensato a quelle due parole, anche oggi, come tutti i santi giorni in cui sento dire che si poteva salvare una vita di una donna.

Questo volevo dire: 
già da subito, già dal primo gesto, senza dubbio alcuno, chi inizia quella strada andrebbe sradicato, portato via, allontanato in un luogo lontano.
Lasciato in qualche posto dove non possa muovere passo.

Perché chi deve limitare la propria vita non dev'essere una donna impaurita,
ma un ometto tenuto al laccio di un ghetto sconosciuto.
Come in altri tempi si mandava al confino chi aveva idee diverse dall'Autorità,
così si dovrebbe fare per chi, oggi, ha pensieri diversi dall'Umanità.

Buon otto.

Marzo.