giovedì 11 giugno 2020

l'argento degli sciocchi








Quelle rocce 
che a guardarle, ancora oggi
raccontano la sorpresa 
della lava incandescente che, 
a strati terrorizzati,
si accumulava 
retraendosi inutilmente
e senza riparo, 
dall'acqua gelida.







Quello che sentì sulla pelle, 
che sembra vento sabbioso 
di maestrale sulla spiaggia. 
Aghi di pino conficcati 
mollemente sulla schiena distesa.
Vene sollevate ed elastiche 
come corde tese.
Graffi bagnati dall’acqua salata.
Soltanto lo scrocchiare microscopico
dei grani di sabbia schiacciati 
dal tuo piede, a farti da guida.
La tua gola secca, a cui non basta
un lago d'acqua dolce,
ma che si ferma su una 
bocca umida, che possa 
rinchiudere fuori
tutta la polvere della
siccità di un cuore 
rinsecchito.
Quello che senti sulla pelle,
che sembra vento sabbioso 
di maestrale sulla spiaggia.
È lui. Ricordo.





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