giovedì 2 luglio 2020

salvate il soldato schliemann


Ti cerco.
Palmo a palmo.
Metro per metro. 
Cespuglio dopo cespuglio. 
Dietro ogni ombra
tracciata sulla linea 
del sole basso all'orizzonte. 
Posando l'orecchio 
sulla polvere d'argilla,
che un tempo le donne 
hanno usato sul viso,
per nascondere
 la propria bellezza. 
Perché fosse scoperta 
solo da un ricercatore 
paziente 
che la riportasse alla luce 
con un pennello
e un soffio,
fatto di labbra socchiuse
e morbide.

giovedì 11 giugno 2020

l'argento degli sciocchi








Quelle rocce 
che a guardarle, ancora oggi
raccontano la sorpresa 
della lava incandescente che, 
a strati terrorizzati,
si accumulava 
retraendosi inutilmente
e senza riparo, 
dall'acqua gelida.







Quello che sentì sulla pelle, 
che sembra vento sabbioso 
di maestrale sulla spiaggia. 
Aghi di pino conficcati 
mollemente sulla schiena distesa.
Vene sollevate ed elastiche 
come corde tese.
Graffi bagnati dall’acqua salata.
Soltanto lo scrocchiare microscopico
dei grani di sabbia schiacciati 
dal tuo piede, a farti da guida.
La tua gola secca, a cui non basta
un lago d'acqua dolce,
ma che si ferma su una 
bocca umida, che possa 
rinchiudere fuori
tutta la polvere della
siccità di un cuore 
rinsecchito.
Quello che senti sulla pelle,
che sembra vento sabbioso 
di maestrale sulla spiaggia.
È lui. Ricordo.





venerdì 5 giugno 2020

Tunnel of love



Come nel tunnel dell'amore,
entra con me dentro 
lo scavo archeologico 
dei miei ricordi.
Penetra nelle forme rotonde
di gallerie appena sufficienti 
a lasciarci passare 
tra le pareti 
che sfiorano fangose,
le nostre teste, portate via
dalla corrente d'aria 
che urla in senso contrario.
Per non farti vedere,
nel buio tortuoso, 
pensieri deformi come corpi
oramai rinsecchiti
o bozzoli bavosi,
che sono stati 
gli uni amori lasciati 
senz'acqua 
o gli altri passioni denutrite.
Incapaci di prendere
luogo nella vita 
e per questo condannati 
ad aspettare, inutili e muti,
il tuo passaggio. 
Troppo rapido 
per essere catturato.
Troppo breve per sentirne
le grida, stracciate 
come le vesti di colui 
che dispera.
O che di troppo amore 
sente le raffiche di vento,
squarciare ogni velo 
che ricopre la tua carne.

mercoledì 27 maggio 2020

tempi





Umidi

È una fortuna che io abbia il raffreddore, in questi giorni. Il naso mi cola un po', giusto quel tanto che basta per farmi "tirare su" come da bambini. 
Gli occhi bruciano e lacrimano. Così posso dire che sono umidi per il virus. Negando che lo siano per le storie che leggo. Per nonni uccisi, per bambini tristi, per donne e uomini stanchi. 
Per quella sofferenze che pare carezzarci tutti.



Quarto venerdì di quar(ant)esima

Ricordo le tue parole. Quando dicevi che il grigio fosse il colore più generoso, capace di fare risaltare e rendere più vivido qualunque altro. Eppure stamane nulla appare vivo. Neppure mi consola quel grigio delle nuvole, che sembrano giaciglio morbido, rovesciato sopra le nostre teste. Come se chiamasse tutti a un riposo che non ha risveglio.
Trafiggete il colore e la malinconia di un nuovo giorno che inizia. Trascrivete i vostri pensieri, come monaci medioevali, prima che siano rovinati a tal punto da non poter essere più letti. Fateli leggere a chi vi sta vicino. Perché mai vadano persi. Siate ciechi come certi Poeti dell'antichità, per non vedere quel grigio incombente, mentre ascoltate la voce del Mondo che si racconta a voi.





L(')ama

Il freddo rigido del metallo 
che tocca il calore molle 
della carne,
tramutando il liquido tiepido 
del sangue  
nel vapore rovente 
della passione.




Confinamento

La unità di misura del Tempo. Da quando non vi chiedete perché non siete diventati astronauti. Del perché non vedete da vicino le stelle attraverso un oblò, invece di guardare il bucato del vicino steso davanti a voi, da una finestra squadrata sbilenca e scrostata. Senza neppure una bandiera incollata al vostro scafandro quotidiano.



venerdì 8 maggio 2020

narcos

Narcos.
(Ovvero: la filosofia del tempo di Netflix) 

Costretto dalla quarantena a vedere in sottofondo, le puntate macilente delle produzioni di serie B. 
Mi viene in mente la mia passione per Karel Zeman. Il fascino di un mondo fatto di meraviglie della tecnica ancora oggi non raggiunte, tutte immancabilmente prodotte da bielle, pistoni, stantuffi. Macchine stupefacenti, ma fatte funzionare dal carbon fossile e vapore, con tanto fumo nero. 
Ho pensato a quella voluta geniale coincidenza tra futuro remoto e protoenergia.  Per questo  ho immaginato che storia umana ed evoluzione tecnologica, dalle nostre parti, hanno camminato spedite in una direzione concorde. 
Ma in alcuni luoghi non è stato così. La nostra fortunata coincidenza, per alcuni popoli non si è realizzata. Anziché scorrere rapide e simultanee verso la meta del futuro, le due linee a un certo punto si sono allontanate. Ma non si sono distanziate: semplicemente mentre la linea velocissima della tecnologia ha tirato dritto, per la strada segnata, quella dell'Umanitá  ha rallentato, pure senza fermarsi. 
Così esistono nazioni che si trovano ad avere la tecnologia del ventunesimo secolo, mentre i loro popoli vivono ancora nel loro medioevo. Fatto di normalità violenta e sanguinaria, che neppure sussulta di fronte al quotidiano sanguinolento. Convivemza civile tra macchine pulsanti d'olio lubrificante  ed esseri senza cuore, con il sangue raffermo.
Come dicono gli indipendentisti: “Sardegna no est Italia”. 
Ma per fortuna non è neppure Colombia.


lunedì 20 aprile 2020

tempo




È come se d’improvviso
 la linea del Tempo,
fino ad allora
perfettamente diritta
senza mai deviare
 neppure di un grado
dalla traccia
dei nostri progetti
si fosse curvata
senza lentezza,
 diventando circolo
e cammino infinito
di cui non si vede più
la meta.

mercoledì 15 aprile 2020

certezze






Forse davvero la Terra
non è piatta,
come invece lo sono
questi giorni
della settimana,
di cui non vedi l'inizio
e la fine,
confondendo il martedì
con il mercoledì
o il venerdì con il sabato.
Trascurando persino
il giovedì.
Un tempo, maestoso
perno dello scorrere
delle vite normali.

giovedì 6 febbraio 2020

Freestival



Quante storie avrei potuto raccontarti su ogni canzone.
E quanti segreti mi avresti svelato su di esse.
Dimmi che sapore ha la voce dei cantanti.
E che profumo si sente, mentre si sognano le note?

Letture impossibili



Geo-grafie.

A volte mi domando se tu continui a viaggiare in ogni direzione, misurando le soste e calcolando le linee dei tragitti. 
Mi  capita spesso, quando mi fermo all’aperto, lungo la statale. Specialmente nelle serate in cui, come oggi, resto in piedi a fianco all’auto e alzo il mento per sentire meglio il vento forte, che pare spingermi da ogni parte.
Come se con la forza incontenibile delle sue raffiche, cercasse, furente, di trovare l’ultima direzione in cui tu sia passata.



Analisi il-logica

Misuro i sentimenti, posando il metro di tela gialla lungo la linea che disegna luoghi immaginati da tutti e conosciuti da nessuno. 
Come un sarto, giro delicatamente attorno alle curve, senza tendere nè stirare. Segno con la vecchia matita, di cui bagno il carbone con la punta della lingua, perché la saliva faccia scorrere meglio mentre scrivo i numeri e faccio le somme prima di moltiplicare lati e angoli. 
Poi mi fermo a guardare. Perché la passione a volte può avere  la forma di uno spazio di asfalto. La somma delle basi e il prodotto diviso per due.


mercoledì 5 febbraio 2020

antiaquariato










La notte potrei camminare nel buio,
andando a tentoni,
per acciuffare nuvole a caso.
Da portare con me senza sapere dove,
per disporle come si faceva col muschio
dei presepi,
un po' per caso e un po' per piacere.
Per fartele trovare il mattino dopo
al tuo risveglio,
mentre lo sguardo appena socchiuso
vola dritto e perpendicolare al mondo,
rimbalzando
su quei batuffoli bianchi.



giovedì 30 gennaio 2020

Polveri sottili



Sono qua.
Io e la polvere che porto addosso.
Proprio quella che ho trascinato con me.
Che non si solleva più, neppure nelle giornate di vento.
La farina bianca della vita che cerco di scuotermi via.
Se avessi una spazzola proverei e riproverei
a farla saltare via dalla mia camicia blu.
E se non bastasse, ci soffierei sopra,
come si fa da bambini, per mandare via
un bacio posato sul palmo della mano.
Di quei baci che hanno paura di volare.






La notte potrei camminare nel buio, andando a tentoni, per acciuffare nuvole a caso.
Da portare con me senza sapere dove, per disporle come si faceva col muschio dei presepi, un po' per caso e un po' per piacere.  Per fartele trovare il mattino dopo al tuo risveglio, mente lo sguardo appena socchiuso, vola diritto e perpendicolare, rimbalzando sui batuffoli.






RADIOGRAFIE

venerdì 3 gennaio 2020

Epi(ste)fanìa



Spicco il volo, 
trattenendo il fiato 
per essere più leggero 
nel risalire il cielo freddo 
di fine dicembre. 
Poi quando sono sopra la notte 
dell’ultimo dell’anno, 
mentre passo in mezzo 
ai fuochi d’artificio, 
butto fuori tutta l’aria, 
affinché il mio peso 
mi faccia ridiscendere 
con la tranquilla lentezza che, 
poco prima dell’Epifania,  
mi faccia intravedere 
il punto esatto 
in cui lasciare cadere 
il pacchetto imbottito. 
Così vicino da sentirne 
il tonfo morbido, 
tanto da credere 
che sia il battito 
del tuo cuore, 
nel riceverlo.

giovedì 2 gennaio 2020

congiunture


19-20

La tua forma unica, che si ritrova in ogni luogo.
Anima bellissima, fatta di materia sconosciuta,
che attende chi sappia usarla.
Luogo che attraversa il Tempo lasciato vuoto.
Spirito che riempie lo Spazio che fu
dei ricordi liquefatti.


Invento motivi incredibili
per attraversare le notti
senza di te.


La mia penna, che pare agitarsi
inutilmente,
tracciando segni senza senso,
che fingono di essere parole.