La cappa di nuvole, grigia di color del caldo, si dipana con calma fastidiosa. Lo strato omogeneo si divide in ciuffi, come lana appena tosata dalle pecore dei terreni incolti, tenute a uno stato talmente brado, che con le loro forme ossute, prive del vello, paiono rinselvatichite, come certi perastri mai innestati. E nelle ore di questo pomeriggio di San Costantino, si sfilacciano, quelle nubi, come i fili bianchi sudici di sterco e lanolina, nelle mani delle donne di casa; le uniche capaci di districare le fibre, allineandole e disponendole parallele, perché possano essere filate. Così questo Maestrale scorre sopra di me, durante il mio viaggiare d'estate, ripulendo il cielo, pronto a spazzare l'afa argillosa di quest'isola sdraiata con i piedi rivolti verso l'Africa.
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