lunedì 22 luglio 2019
allunaggi
Ragnatela meravigliosa, da cui non sfuggirai.
Neppure se volessi.
Condanna immaginata da sempre. Senza inizio né fine.
Dicono che nello spazio profondo, privo di atmosfera,
un essere umano resisterebbe soltanto un briciolo d’istante.
Ridotto in atomi senza vita, senza sofferenza alcuna.
Eppure io sono qui, ancora vivo, dilaniato in un vuoto senza tempo.
Eppure privo del tuo ossigeno.
mercoledì 17 luglio 2019
parole 2019
Nessun panorama dovrebbe essere fotografato
senza che vi sia un essere animato nella cornice dello scatto.
Così come nessuna vita può essere vissuta
senza la tua presenza.
Quel mondo di meraviglia, che ogni mattina si faceva bello per me,
sembra nascosto ai miei occhi,
ricoperto da un drappo polveroso e opaco,
che ne dissimula le forme e non lascia passare le sembianze,
se non nel ricordo che ancora non si cancella.
Così che l’unico modo di mantenerlo in vita,
siano queste parole.
Nenia malinconica, recitata a mezza voce.
Come quelle strofe cantate all’orecchio,
che placano il pianto dei bambini e fanno assopire
le anime agitate dal caldo dell’estate.
eclissi
Comprendo i vampiri,
ora che viaggio nell'ombra,
evitando i raggi del sole,
perché non mi rendano visibile a te.
Capisco perché non possano sopportare
la luce del giorno,
che manifesti la loro vera natura
e la sofferenza del desiderare
inutilmente
di posare le labbra sul collo.
Riesco a sentirlo,
il sapore del sangue tiepido
che passa da un corpo a un altro.
Cosi simile al sapore della tua pelle
sottile, tesa e arrotolata
a sostenere il tuo capo.
Con la bocca capace di sprofondare
nella polpa soffice,
mischiando i liquidi color porpora,
senza neppure conficcarsi.
Perché il tuo sangue è' scivolato nel mio,
come se le stesse nostre vene
fossero avvinghiate, a contorcersi.
Incapaci di distinguere il limite
che dovrebbe separare,
netto come lama,
il dolore da ciò che non lo è.
Penetrato uno nell'altra
senza alcuna incisione,
come attraverso uno strappo
invisibile.
mercoledì 10 luglio 2019
maestrale 2019/2
Senti le sere d'estate,
come sono belle.
Quando portano il fresco
che stempera il caldo del giorno.
Mentre il Maestrale sceglie
tra le vie a perpendicolo,
quelle dove soffiare diritto
e quelle dove formare riccioli d'aria,
attorno agli spigoli,
scivolando sulle mattonelle ancora tiepide.
Indeciso sul da farsi,
come certe spalle di donna,
che si scoprono e si ricoprono
nell'ora di passaggio
tra desiderio e sogno.
martedì 9 luglio 2019
maestrale 2019
La cappa di nuvole, grigia di color del caldo, si dipana con calma fastidiosa. Lo strato omogeneo si divide in ciuffi, come lana appena tosata dalle pecore dei terreni incolti, tenute a uno stato talmente brado, che con le loro forme ossute, prive del vello, paiono rinselvatichite, come certi perastri mai innestati. E nelle ore di questo pomeriggio di San Costantino, si sfilacciano, quelle nubi, come i fili bianchi sudici di sterco e lanolina, nelle mani delle donne di casa; le uniche capaci di districare le fibre, allineandole e disponendole parallele, perché possano essere filate. Così questo Maestrale scorre sopra di me, durante il mio viaggiare d'estate, ripulendo il cielo, pronto a spazzare l'afa argillosa di quest'isola sdraiata con i piedi rivolti verso l'Africa.
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