E' questa, dunque, l'Assenza?
Che mi paralizza con i suoi aculei,
trattenendomi con i suoi artigli,
mentre le sue fauci mi divorano,
lasciando le mie ossa nude
a calcificare e polverizzarsi
al sole del deserto
in cui mi sono lasciato andare,
dopo che ti ho voluto perdere.
Sfidando me stesso nell'illusione
di poter ritrovare il percorso dell'oasi.
Tradendo me stesso nel convincermi
che le mie impronte sarebbero rimaste
chiare e profonde
assieme alle tue, in uno stesso sentiero.
Questa è l'Assenza.
La tua.
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