mercoledì 16 gennaio 2019

leopardianamente



Il Leopardi de noartri 


Come si può essere turpi nell’inganno. Si considera con leggerezza la pena terribile di quelle ore, lasciate morire per un trucco inventato dall’uomo che tutto distingue, nel confondere l’altrui animo, specie quando esso appartiene a cose ritenute inanimate.

Così che quelle lancette, straziate dalla sofferenza, urlano mute. Senza spiegazione del doloroso mistero che le avvolge di silenzio. Disperano del non capire perché, ritrovandosi nello stesso punto in cui si sono incontrate al sorgere del sole, esse non possano lanciare alcun suono, ora che il sole tramonta. 
Figlie di un Dio minore, destinate all’estinzione, queste sveglie con le lancette, il cui quadrante porta incise solo dodici ore. Ammutolite da una levetta.



Un altro Renoir de noartri



domenica 13 gennaio 2019

il freddo è lui


Le passeggiate del venerdì sera di gennaio. Incontri il Freddo e ti fa piacere conversare camminando con lui. Gli chiedi da dove sta arrivando, quanto si trattiene e dove si fermerà per la notte. Lui ride, scivola sul tessuto di plastica lucida blu del giubbotto imbottito, ti dice che sembra ben fatto e che dev’essere molto caldo. Anche lui, come me, poggia piano gli scarponi sulle mattonelle di cemento rigato e mi confessa che non gli sono mai piaciuti gli schizzi di acqua gelida sulle caviglie nude. Lui è il Freddo, ma non è mica scemo.  Per questo ci ritroviamo a parlare di certi tepori che ci mancano, che facciamo finta di non desiderare, di cui non parliamo con nessuno, da così tanto tempo. Lui a ricordare di certi rami slanciati, conosciuti  nella luce gelida della luna, nelle notti pulite di gennaio. Dell’incanto nello sfiorare il sottile strato di brina gelata e luccicante. Per finire chiedendomi se fosse la stessa emozione che io provavo nello sfiorare senza farmi notare, certi capelli lisci.




mercoledì 9 gennaio 2019

qui



Sono qui.
In questo angolo tondo.
Non è freddo, né caldo.
Non c'è buio, né luce,
qui, dove neppure
il ticchettio del Tempo
riesce ad arrivare.

Bosa, New Zealand




Mulargia, Swaziland



Reclame



sabato 5 gennaio 2019

vuoti




Certi vuoti,
sono talmente ingombranti,
da non lasciare spazio per null'altro.


https://youtu.be/iCv9CUMbg9w



La prossima storia potrebbe raccontare di Robinson. Un isolano che ogni momento di ogni giorno della sua vita solitaria, mette in acqua vecchie bottiglie con il tappo automatico. Bottiglie con dentro un messaggio.
Rassicura se stesso, dicendosi che non gli importa se qualcuno le potrà ritrovare o leggerli.
Mente a se stesso, sapendo che non vorrà mai camminare abbastanza a lungo da raggiungere la parte opposta della sua isola.  Per non vedere il luogo in cui  tutte le parole custodite dal vetro sono arrivate. Trasportate e riportate indietro dalla corrente fredda e senza cuore, che da sempre  circonda quel lembo di terra e sabbia che ci ostiniamo a chiamare Anima.

Ancora oggi, che quelle bottiglie non sono più fatte di vetro.