domenica 29 dicembre 2019

Lysergsäurediethylamid



Natale psichedelico
(ovvero: acido 7-metil-4,6,6a,7,8,9-esaidro-indolo[4,3-fg] chinolina-9-carbossilico)



Il ritmo dell'orologio, che scandisce piccoli pensieri, per misurare notti intere.

Dove sei, passione di cui non ricordo il colore?

Tovaglia rossa dei giorni di festa, riposta in un cassetto dimenticato.

Valigia di cartone colore nocciola, così vecchia e ruvida, da carezzare alla fine del viaggio.

Notte profonda, che non arriva mai prima della luce.

Canzone inutilmente cercata, tra gli spartiti vecchi e stanchi di essere sfogliati.

Vuoto, senza spazio per altro che non sia il nulla.

A volte uso la notte come lavagna nera con la cornice di legno, su cui segnare le ore che passano.



Radiografie


giovedì 19 dicembre 2019

calendario del solstizio d'inverno (due)





Per un momento,
due luoghi nello spazio siderale
si sono sovrapposti.
Due città con l’identico nome,
appartenenti a due universi paralleli,
hanno reso uniche le loro strade,
sincronizzato i loro respiri
come se mai fossero appartenute ad altro.
Poi, come scontro di mondi,
il suono di una canzone
con cui tutto era iniziato,
ha segnato il ritmo del distacco,
del ritorno a essere altrove.
Separate da distanza incommensurabile
corrispondente allo zero.
Ritornando a essere due città
identiche e impenetrabili l’una con l’altra
e invisibili l’una all’altra.
Come occhi che si scrutano senza riconoscersi.
O che si evitano perché cio non accada.







martedì 17 dicembre 2019

calendario del solstizio d'inverno


Dimmi se, ogni tanto,
l’ago sottile del mio ricordo,
passi attraverso la tela fitta
della tua vita

Lenzuola durissime. Temprate. Raggiunte dal nero.


I miei occhi volano diritti.
Bucano ogni oggetto,
passando attraverso  macchine e moto,
autobus e alberi, panchine e palazzi.
Non lasciano segno alcuno,
se non il  tintinnio di qualche vetrata
o di qualche vecchio lampadario  
con le gocce di cristallo.




Forte quella lama,
che strappa
dapprima la pelle
e poi sprofonda
morbida.
Il freddo rigido del metallo
che tocca il calore molle
della carne,
tramutando il liquido tiepido
del sangue,
nel vapore rovente
della passione.








La libreria di re Salomone. Cagliari.



Scivolo,
seguendo il vento
che si struscia ruvido
sulle pareti dei palazzi e dei giardini.
Ed io stesso lascio a lui
soltanto il minimo spazio,
indispensabile
per farlo passare
tra me e l’intonaco
delle vecchie ville,
quasi costringendolo
a trattenere il fiato
per riuscirci.
Proprio lui
che dovrebbe soltanto
soffiare,
finché esiste.

domenica 27 ottobre 2019

musica classica


28 ottobre.
San Giuda Taddeo Apostolo.

Il mio essere indeciso su ogni questione, nella ricerca improbabile della perfezione.



"Moderato"

Riempio le mie giornate dei gesti meschini della quotidianità.
Sistematico, mi alleno alla mediocrità.
Come antichi atleti si preparavano senza tregua
allo scontro mortale con nemici imbattibili.



"Adagio"

Pensare che potresti essere
a un solo respiro da me.
Due piedi sopra di me,
posata sulle mie spalle.
Sotto qualunque portone
ai lati di una strada
che scende fino al mare.
Dovunque, in ogni posizione,
a qualunque distanza.
Impossibile da misurare
nella tua bellezza,
che posso vedere
soltanto chiudendo i miei occhi.
Con un ricordo
che non si mette a fuoco,
neppure strizzando
le mie palpebre gonfie.
Ora che il sale che le seccava
è scivolato via
senza farsi disciogliere
da una lingua ruvida,
che usa parole sconosciute.



"Andante"

Così cinico, l’asse terrestre,
che non ha mai pensato,
neppure per un minuto,
di rallentare
e lasciare che le giornate d’estate
non si accorciassero.




"Presto 1"

Senti l’odore forte della terra bagnata e dell’erba.
Sai che c’è la pioggia nel buio, da qualche parte neppure troppo lontana.
Ti chiedi se respirare forte, per avere per te quell’aroma nelle narici.
O se trattenere il fiato come fosse la prima volta.
Ti fermi ad aspettare che sia troppo tardi, così che possa bagnarti con le sue gocce forti, pesanti, quasi violente, a scuoterti.
Oppure che sia troppo presto.


"Presto 2"

Mi sveglio prima di tutti gli altri, per non fare sentire la mia solitudine che durante il resto del giorno tengo nascosta. Avvolta nei teli grossi del cotone di un sorriso, come un tempo si faceva con l'impasto appena steso, che attendeva il calore del forno.
Respiro lento e tranquillo senza commiserazione, come se potessi sentire il sapore diverso dell'aria di quando c'eri tu.
Mentre già mi preparo a trattenere nuovamente  il fiato per la giornata che verrà, come da bambini quando, nascosti, non si voleva essere stanati.
Almeno non troppo presto.



(Dedicate to Claudio Baglioni)

"Chissà se mi pensi"

Guardi il concerto
stretta tra le braccia
che vorrei
avessero la forma
delle mie parole
lontane e avvizzite.
Senti le canzoni
che conosci a memoria,
tenendo posato il tuo
viso morbido
che lascia spazio
a un respiro
che non é il mio.



"Serenata"

Quaggiù i riflessi bianchi e rossi dei cartelli stradali.
E lassù quell’ultimo spicchio di una luna che vuole resistere e non vuole scomparire.
Come se questa fosse per lei l’ultima notte.
Come se non sapesse che sarà ancora nuova e di nuovo piena, al ritmo dei giorni e delle maree che segnano le rive degli Oceani, come i galeotti tracciano sui muri le righe della pena scontata.



"Vivace"

Quando stava prendendo l’argilla per darci forma e funzione, poteva pensare a fornirci di tre braccia. Oggi non saremmo rimasti con una sola mano disponibile, visto che una stringe sempre lo smartphone.




mercoledì 16 ottobre 2019

vendimi








Questa città che mi carezzava morbida,
ora mi accoglie ruvida,
nel suo abbraccio doloroso.
I suoi raggi di sole che invece di riscaldarmi,
rimbalzano sulla mia pelle ormai indurita.











Vendimi emozioni.
Non importa il prezzo che mi chiederai.
Dimmi pure che sono le tue. Anche se appartengono a un altro.
Usate o logore. Io non avrò occhi che per loro.
Le terrò  nascoste e ben custodite, come  certi ladri fanno con i quadri troppo famosi per essere esposti.
Le amerò come fossero mie, come figli sfuggiti alla guerra e rifugiati in una nuova casa.
Perche io racconterò per sempre che che sono le tue emozioni.
Quelle che mi hai regalato
Vendimi emozioni.

lunedì 2 settembre 2019

ti sembra sano?



Lui era tutto in quella frase.

Strascicata, bofonchiata, biascicata come quando si passa il cibo da una parte all'altra della bocca.
Eppure chiarissima nel suo universale significato.
Talvolta era semplice sberleffo, equivalente di un normalissimo "come ti va?".
Altre volte un segno, viceversa, di apprezzamento dell'umano carattere per chi gli stava di fronte o seduto sul gradino rovente, lungo la provinciale che collegava la sua casa alla falegnameria di famiglia.
Dicono che la nostra capacità di capire un discorso risenta della mimica facciale. In particolare, pare che strizzando gli occhi si riesca a migliorare la comprensione di quello che ci appare o ci viene detto.
Sicuramente, in alcune occasioni, senza socchiudere le palpebre, si capiva perfettamente quanto quella sua frase corrispondesse allo stato intellettivo del suo interlocutore. Aderente come un vestito su misura fatto a Orani.
Nessuno veniva tralasciato.
Non trascurava nessuno, mentre passava frettoloso per una delle tante commissioni urgenti, che parevano riempire le sue giornate, lunghe o corte che fossero.
Indifferente alle stagioni asciutte o umidicce del paese concavo.
Come certe domeniche lo vedevo nel servire messa; unico chierico disinteressato alla raccolta punti del pallone, inventata dal parroco per fidelizzare i ragazzini. Sempre presente quando d'estate quelli più grandicelli preferivano andare al mare della Caletta.

Dicono che viviamo in un piccolo villaggio. Ma io, che mi tengo in disparte, ogni tanto mi trovo talmente distante da arrivare troppo tardi. Anche se provo a mitigare e lenire quel languore con qualche parola troppo morbida, come la frutta trascurata nei cestini sotto le finestre d'estate.
Però, guardando la sua foto, non potevo non ricordarlo con quella sua frase, con cui sono cresciuto. Come la sua mano ruvida e sincera con cui mi salutava quando per qualche raro caso, lo incrociavo, passando per il paese.

Lui era tutto in quella frase: "Ma...ti sembra sano, questo qua?"



sabato 31 agosto 2019

Respiro





Il tempo ha perso l'unità di misura. 
Non ho alcun progetto,
se non quello di respirare,
ma giusto il minimo indispensabile
per non morire.
Del tutto.


giovedì 8 agosto 2019

The break (in the wall)


Un dubbio appeso 


The break

Anche se l’auto non era granché sporca, ho deciso  di andare all’autolavaggio. Uno di quelli che, per sette euro, ti cospargono per benino il detergente sulla carrozzeria unta e butterata dai moscerini. Dove ti sparano addosso getti fortissimi a base d'acqua e aria compressa. Ma io non mi preoccupavo della lucentezza della macchina. Aspettavo soltanto d’entrare in quell’armatura un po’ arrugginita e un po’ riverniciata a strati azzurri. Aspettavo di essere circondato dalla penombra per mettere al massimo la velocità dell’aria condizionata. Chiudere gli occhi strizzando le palpebre per un momento, per riaprirli un attimo dopo.  Sentire quel freddo quasi fastidioso e attorno a me la pioggia scorrere sopra i vetri e sui finestrini. Le gocce che colpiscono violente le lamiere, mentre l’acqua non smette di scorrere sul plexiglas che pare bruma di campagna. Il rumore delle spazzole e degli spruzzi di risciacquo a metà tra temporale e grandinata, mentre la macchina può procedere tuttavia sicura, senza temere che le gomme perdano aderenza in curva. 
Un minuto di mezza stagione, mentre riesco dall’altro lato del percorso, emozionato e sereno, come certi innamorati che finiscono il giro del tunnel dell’amore. Solo un po’ al contrario. Invece di uscire dal calore della passione nascosta, mi ritrovo a rientrare nuovamente nel caldo torrido dell’agosto sardo. .

venerdì 2 agosto 2019

muse





Puoi vivere
infinitamente,
se non pensi
che quello
sia l’ultimo
dei tuoi amori.











Alcune Muse esistono
perché da loro possiamo trarre
l’ispirazione a descrivere la vita.
Altre, invece, sono necessarie
per la nostra stessa vita.








lunedì 22 luglio 2019

allunaggi







Ragnatela meravigliosa, da cui non sfuggirai.
Neppure se volessi.



















Condanna immaginata da sempre. Senza inizio né fine.
































Dicono che nello spazio profondo, privo di atmosfera,
un essere umano resisterebbe soltanto un briciolo d’istante.
Ridotto in atomi senza vita, senza sofferenza alcuna.
Eppure io sono qui, ancora vivo, dilaniato in un vuoto senza tempo.
Eppure privo del tuo ossigeno.






mercoledì 17 luglio 2019

parole 2019






Nessun panorama dovrebbe essere fotografato
senza che vi sia un essere animato nella cornice dello scatto.
Così come nessuna vita può essere vissuta
senza la tua presenza.



Quel mondo di meraviglia, che ogni mattina si faceva bello per me,
sembra nascosto ai miei occhi,
ricoperto da un drappo polveroso e opaco,
che ne dissimula le forme e non lascia passare le sembianze,
se non nel ricordo che ancora non si cancella.
Così che l’unico modo di mantenerlo in vita,
siano queste parole.
Nenia malinconica, recitata a mezza voce.
Come quelle strofe cantate all’orecchio,
che placano il pianto dei bambini e fanno assopire
le anime agitate dal caldo dell’estate.

eclissi








Comprendo i vampiri,
ora che viaggio nell'ombra,
evitando i raggi del sole,
perché non mi rendano visibile a te.

Capisco perché non possano sopportare
la luce del giorno,
che manifesti la loro vera natura
e la sofferenza del desiderare
inutilmente
di posare le labbra sul collo.

Riesco a sentirlo,
il sapore del sangue tiepido
che passa da un corpo a un altro.
Cosi simile al sapore della tua pelle
sottile, tesa e arrotolata
a sostenere il tuo capo.
Con la bocca capace di sprofondare
nella polpa soffice,
mischiando i liquidi color porpora,
senza neppure conficcarsi.

Perché il tuo sangue è' scivolato nel mio,
come se le stesse nostre vene
fossero avvinghiate, a contorcersi.
Incapaci di distinguere il limite
che dovrebbe separare,
netto come lama,
il dolore da ciò che non lo è.

Penetrato uno nell'altra
senza alcuna incisione,
come attraverso uno strappo
invisibile.


mercoledì 10 luglio 2019

maestrale 2019/2



Senti le sere d'estate,
come sono belle.
Quando portano il fresco
che stempera il caldo del giorno.
Mentre il Maestrale sceglie
tra le vie a perpendicolo,
quelle dove soffiare diritto
e quelle dove formare riccioli d'aria,
attorno agli spigoli,
scivolando sulle mattonelle ancora tiepide.
Indeciso sul da farsi,
come certe spalle di donna,
che si scoprono e si ricoprono
nell'ora di passaggio
tra desiderio e sogno.

martedì 9 luglio 2019

maestrale 2019






La cappa di nuvole, grigia di color del caldo, si dipana con calma fastidiosa. Lo strato omogeneo si divide in ciuffi, come lana appena tosata dalle pecore dei terreni incolti, tenute a uno stato talmente brado, che con le loro forme ossute, prive del vello, paiono rinselvatichite, come certi perastri mai innestati. E nelle ore di questo pomeriggio di San Costantino, si sfilacciano, quelle nubi, come i fili bianchi sudici di sterco e lanolina, nelle mani delle donne di casa;  le uniche capaci di districare le fibre, allineandole e disponendole parallele, perché possano essere filate. Così questo Maestrale scorre sopra di me, durante il mio viaggiare d'estate, ripulendo il cielo, pronto a spazzare l'afa argillosa di quest'isola sdraiata con i piedi rivolti verso l'Africa.

mercoledì 12 giugno 2019

gitan(t)i






È proprio quando sono stanco,
non della vita,
ma anche
semplicemente
di un giorno,
o di un’ora,
che mi manchi
un altro po’.


























Quelle due parole, che continuano a rimbalzare dentro il torace, tra muscoli e grasso, muovendosi a spirale lungo le ossa di braccia e gambe.
Non sanno uscire e hanno persino dimenticato dove sia il passaggio che porta fuori. In quel luogo che soltanto gli occhi raccontano. Lasciando solo la speranza che tu sia uno dei puntini che vibrano disciolti nell'impasto di acqua, argilla, sabbia, strade, case, alberi e palme.







(I)
Il dolore più nascosto. 
Quello misero.
Quello che si esalta
nella tragica bellezza 
di uno scatto fotografico.


(II)
Inutilmente ho cercato di toccare con le mie mani la superficie dello specchio in cui vedevo la mia immagine.




Buone mani(ere)


venerdì 31 maggio 2019

indifferente




Ci sono donne la cui bellezza ti è indifferente, ma vorresti conoscerne la storia.
Altre, di cui non smetteresti mai di fartela raccontare.

domenica 19 maggio 2019

testimone oculare



Tu mi dici che sono quelle gocce, che hai instillato nella piega più nascosta delle mie palpebre, a fare dilatare le mie pupille.
Non l'immagine di te, riflessa e rovesciata  sul fondo dell'occhio.
Mi racconti che quella lacrima sola, che scivola e discende, seguendo la piega di lato al naso, è solo un effetto collaterale del farmaco.
Non la luce del tuo viso rotondo.
Mi convinci che non devo avere paura, che tu possa vedere fin dentro il buio, arrivando dove neppure io stesso posso giungere.
Ora che vorrei svegliarmi e trovarti ancora all'interno dei miei confini, sorpresa a camminare lungo la curvatura del globo degli occhi. 
Abbandonata.  Di fronte a me.




lunedì 13 maggio 2019

antidoto




Dicono che sia l’acqua che, evaporando raggiunta una determinata altitudine,  diventi nuvola 
Eppure certi giorni, sul finire della luce, quelle forme mostruose mi fanno credere che abbia ragione chi sostiene che siano i nostri pensieri più orribili, occultati fino a quel momento, quelli che incombono sugli umani per divorarli definitivamente. Così che la nostra unica speranza è riposta nel vento del nord, capace di spazzarli via, dissolvendoli in microscopiche gocce di male. Antidoto per il bene futuro


domenica 5 maggio 2019

praesenti






Nella chiesa spoglia, in cui l'unico ornamento
sono gli angoli squadrati dei blocchi di antica trachite,
il paese invecchia d'improvviso davanti ai miei occhi,
con le rughe posate su visi che un tempo mi erano conosciuti,
come crepe sottili e morbide adagiate su intonaci ormai vecchi,
di case di cui non conosci  piu' cio' che vi abita dentro le mura.

non luoghi a procedere



Probabilmente hanno costruito una tettoia così lunga, perché il cielo intero vi si potesse poggiare sopra.


Normalissimi incroci diventano luoghi e si tramutano in emozioni.


"Torno subito"




"Torno subito 3"

"Torno subito 4" (s.l. photo)



Là in mezzo al mare








lunedì 22 aprile 2019

colazione





Anche oggi il grigio che si posa ovunque, equidistante da ogni punto. Che s'infila in ogni fessura.
Sicuro di se' a tal punto, che ogni altro colore, anziche' esserne esaltato, ne viene ricoperto e lentamente quasi assorbito, come divorato.  Lenzuolo di lino che non protegge dal fresco del mattino e non trattiene il freddo che c'e' dentro me.






domenica 21 aprile 2019

another day in paradise (uitaut iu)



al posto sbagliato

al posto giusto

heavy rotation

pit-stop 1
pit-stop 2



mare grigio, telo blu


felpa smeralda

sabato 20 aprile 2019






Invento modi impossibili
e coincidenze improbabili
per riuscire a immaginare
che tu mi possa ancora leggere.


venerdì 19 aprile 2019

as-senza







E' questa, dunque, l'Assenza?
Che mi paralizza con i suoi aculei,
trattenendomi con i suoi artigli,
mentre le sue fauci mi divorano,
lasciando le mie ossa nude
a calcificare e polverizzarsi
al sole del deserto
in cui mi sono lasciato andare,
dopo che ti ho voluto perdere.
Sfidando me stesso nell'illusione
di poter ritrovare il percorso dell'oasi.
Tradendo me stesso nel convincermi
che le mie impronte sarebbero rimaste
chiare e profonde
assieme alle tue, in uno stesso sentiero.
Questa è l'Assenza.
La tua.