Alcune parole esistono solo una notte, per scomparire al sorgere del sole.
(Qui le troverete solo dentro la notte)
Il mio si.
La pressione sulla pelle sufficientemente spessa, in quel punto che potrai portare sempre con te, senza che nessun altro possa vedere. Che soltanto tu potrai sentire.
La lieve puntura e il bruciore che si fara' calore senza tempo. L'affondo sottilissimo che si moltiplica nella testa, come fosse altro, che non una lama affilata all'inverosimile. I micron che si dilatano, incrociando il sangue e strappando battiti al cuore.
Il metallo che si ferma nel minuscolo rivolo rosso vivo, mentre l'eccitazione prosegue andando fino in fondo, trovando il centro scuro del piacere.
Lo scorrere lentissimo, sul piano inclinato del convesso che hai scelto per ospitare quel piccolo amorevole marchio.
La rete finissima di garza che si gonfia leggermente, prendendo il colore della porpora, come fosse capace di prosciugare il gusto che si fa liquido, e che pure ricomincia a sgorgare un attimo dopo.
Netti, eppure invisibili i margini, che si aggrappano, come fanno certi corpi, che s'avvinghiano stracciandosi l'un l'altro. Mentre li assisti con scrupolo, come feticci di una irrefrenabile passione.
E tu sei gia' li'. In un altro luogo. Che ancora non esiste. Dove al solo guardare negli occhi, potrai leggere quel cordoncino inseparabile dal suo corpo. E dal suo cervello.
Immaginato o reale. Realizzato adesso o domani.
Per andare oltre, bisogna dapprima correre avanti e poi tornare indietro.
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