venerdì 27 ottobre 2017

morbido




Il coltellaccio di ferro pesante 
che il venditore di torrone usa 
per sbriciolare l'impasto 
che un tempo fu morbido.
L'ho ritrovato per caso in un vicolo, 
abbandonato dall'ultimo  proprietario.
Me ne sono impadronito senza sospetto.
E ora che frantumo il tuo amore, 
sparso sul tavolo di legno, 
persino le schegge appiccicose 
di zucchero e miele 
sono preziose da raccogliere 
con la punta dell'indice umido.





domenica 22 ottobre 2017

radiazioni




Vedo Mondi diversi.  Pianeti fatti soltanto di piccole auto senza spigoli, che scorrono sinuose e veloci.   Corpi celesti abitati da donne la cui bellezza sembra nascosta nei capelli lunghi, che fanno muovere con discrezione.   Sono Luoghi attraversati da strade percorse da tacchi dodici che  camminano senza esitazione.
I miei occhi, trapassati da quella misteriosa radiazione che fa vedere ogni  particella del tutto diversamente da com'era prima. 


domenica 15 ottobre 2017

le lenzuola della domenica



Quelle lenzuola della Domenica che non profumano più di nulla. Si posano inerti sulle  federe, come certe cassette di legno di betulla al mercato, quando tutto e' stato già venduto e ormai vuote vengono accatastate,  perchè con il passare delle ore, perdano gli odori di ciò che era stato il loro contenuto.
Invece, quel legno  poroso e ostinato, fragile e testardamente flessibile, continua a trattenere le essenze che furono colori.  Cosi' che il rosso, il giallo, il verde, che spesso anticipano i sapori, ritornano indietro, ai nostri occhi, passando attraverso l'olfatto condito di emozioni. A restituirci una parte di noi. 
E così pure, tra  quelle lenzuola, l'aria che scivola orizzontale nello spazio sempre più stretto tra i due strati.  L'uno fermo già posato e teso dagli angoli elastici dei bordi; l'altro che spalma la propria resistenza in lungo e in largo, quasi a fabbricare una brezza di cotone.  

Come un ricordo di profumo evaporato, fissato sulle pareti, che puoi percepire dall'intonaco pitturato di bianco, solo avvicinandoti così tanto da posarci il naso, sentendo il freddo della calce.





(Il non-profumo)




sabato 14 ottobre 2017

romeo giulietta e la mela



Immagino.

Oggi immagino proprio quei due ragazzi eterni. Romeo lo stupidotto  e Giulietta la quadrata. Il Romeo tanto timido da mostrarsi sfacciato in pubblico. La Giulietta sinuosa nei pensieri, al punto da non riconoscervisi.
Certo. Avete ragione. Non si possono usare parole così lunghe e attorcigliate come "riconoscervisi". D'altronde anche i due di Verona erano sufficientemente contorti. Meravigliosamente, s'intende. 
E poi, il balcone. Io me l'immagino oggi, il balcone di Giulietta; con Romeo due piani sotto e lei con la brezza che la rende ancora più incantevole, proprio come nei film di Muccino. Mentre lui, come un banale Scamarcio, resta là, in mezzo all'erba umida, al freddo; con le lumache sotto le suole degli scarponi inzaccherati.  Magari era proprio per quello che la famiglia di Giulietta non ce lo voleva dentro casa.
Si, me li immagino entrambi, oggi.  Giulietta con il suo IPhone8, sottile e diafano proprio come lei.  Romeo con il Samsung S8.  Lui che le scrive parole di passione e di sentimento. Espressioni nascoste al resto del mondo. Immagini ritagliate dalla propria vita per essere regalate solo a lei.  Immagino il lieve afrore del viso di Giulietta, nel leggere quelle frasi, che nascondono il suo nome ovunque. Che mostrano un desiderio fatto di puntini di sospensione e di lettere punteggiate, che si completano solo nel silenzio dei pensieri della sua mente. Così oggi, quel balcone non trova scale per essere raggiunto. Quel balcone fatto di messaggi e piccole faccine in cui ogni parola scritta, sembra pronunciata dal patio in cui Romeo sosta per notti intere, senza mai raggiungere Giulietta.  Perchè le scale, con i telefonini, non servono
.

giovedì 12 ottobre 2017

tango



Chissà se lo scorrere del tempo, il giro delle stagioni, funzionino come certi ormai antichi trenini elettrici. Chissà se infilando le dita nei piccoli spazi di plastica, si riesce a pizzicare i sottilissimi fili rosso e nero che tengono uniti minuscoli motori e batterie, cosi da poter invertire i poli elettrici, facendo correre all’indietro il locomotore.  Magari si potrebbero invertire allo stesso modo i Poli terrestri, facendone deviare l’asse. Alterando la precessione degli equinozi, il fluire del tempo, lo stesso ritmo delle stagioni, riportandole indietro, come un passo di tango. Fermi sulla mattonella dell’estate.