sabato 26 agosto 2017

in a bottle



Devo trovare l'acqua fredda e salata, per chiudere i fiotti rosso-vino che fuggono dalla mia mano. La stessa acqua che mi ha portato quella bottiglia, ignara lei stessa, di quanto potesse essere tagliente. 
Sventata quanto me, quando sono disceso rapido dagli scogli verso la riva, per raccoglierla. Non ho immaginato altro modo per estrarre quella tavoletta nera, se non frantumare il vetro verdastro che la conteneva. Non potevo aspettare che nessun altro leggesse il messaggio, che ho sempre immaginato e da sempre ho atteso. Resto fermo, mentre  l'acqua diventa rosa pallido, come certe spiagge, e la pelle tranciata frigge. Non mi chiedo neppure come sia stato possibile infilarcelo, attraverso il collo della bottiglia, quel telefono che continua a mostrare solamente quella scritta: "nessun nuovo messaggio".




Ho messo da parte la meraviglia. Come fosse lana, l'ho infilata dentro la federa di un cuscino, fino a riempirlo.  Illuso di sentirla ancora, posandoci il capo, mentre la tengo soltanto prigioniera, schiacciata  e costretta senza respiro.  Aspettando la buona stagione, come faceva mia nonna, per sfioccare e cardare i fili dell''emozione di nuovo morbida.


martedì 22 agosto 2017

she and sand




Dicono che la sabbia delle spiagge, come le cellule del nostro corpo, cambi di continuo e noi, come quelle spiagge, non siamo mai gli stessi. Ci penso, mentre viaggio sulla statale che trafigge l'isola.  So che dovrei svoltare a destra, ma vorrei andare diritto. Vorrei arrivare fino al mare. Camminare sulla spiaggia, per ritrovare almeno un chicco di sabbia, che si ricordi. Un granello bianco che almeno mi dica "Si, io c'ero. E' tutto vero". Raccontalo di nuovo. Sono qui per te.





Certi giorni, la musica ha l'odore della piazza. L'odore delle persone, del profumo gettato addosso senza ritegno. L'odore della birra intiepidita, nel circolo vizioso del caldo della mano che tiene il bicchiere.





7 volte Lui, 6 volte Lei

Lui e lei. Tavolino quadrato color aragosta in via Roma. Due birre zeroquaranta. Una ciotola di noccioline salate comprese nel prezzo.
Prologo: Lei arriva prima e si siede al tavolino. Lo precede di un  paio di metri, perché lui deve fermarsi un momento con il cameriere. Poi arriva,  sposta la sua sedia dai novanta gradi, sul lato, e la porta allo spigolo, calcolando con esperta maestria la distanza minima necessaria a concedere a lei, un bacio.  Un bacio dove le mani tengono il viso di lui, come se dovessero tenere un sogno nuvoloso che potrebbe evaporare all'istante. 
Lui: Camicia e pantaloni, misurati al millimetro immediatamente precedente al troppo stretto. Barba scura finemente coltivata nella sua mascolinità.
Argomento iniziale: la Felicità. Lei descrittiva, la disegna nell'aria, capace di farne intuire persino la forma. Lui che invece risponde in pieno stile "Cacciari è un incompetente". 
"Troppo  caldo" si alza, entra nel bar, paga (credo) e riesce. "Ciao, grazie Lory" .
Lei, che non  ha ancora finito, si alza, mentre lui è già in piedi davanti al tavolino, insofferente.  In piedi, li posso finalmente vedere mentre vanno via. Così posso apprezzare le sue spalle da palestra (o da lavoro) del tutto fuori luogo, attaccate a un bacino da ragazzino, con gambe coerenti. E forse capisco perché lei, che è davvero una ragazzina, sia incantata da lui; più grande, anagraficamente e anche nella parte superiore del corpo,  ma adeguatamente adolescente, nella parte inferiore.






Sciocche canzoni lanciate nella ciotola,
come monete false,
che il mendicante cieco riconosce,
eppure ringraziando, ti sorride.







domenica 20 agosto 2017

a hard (day's) night







Mi piacerebbe essere svegliato dal fresco del mattino, che penetra da una finestra socchiusa, dopo una notte afosa. 
Trovare, inaspettati, i tuoi piedi posati sul cuscino. 
Baciarne la pianta arcuata, come fossero zigomi. La caviglia come fosse il tuo collo. I polpacci disegnati come seni. Le cosce morbide, come la pancia che lascia affogare. 
Risalire, anziche' discendere.
Per lasciare immutato il centro del viaggio.







venerdì 4 agosto 2017

fiat






La prova scientifica. 
La conferma inequivocabile della siccità, è nelle ragnatele sul tergicristalli posteriore della mia auto.





Fiat I
Se il massimo della mia vita mondana, è l'afterhours alle sette e trenta del mattino, con caffè e fritto, alla stazione di servizio, significa che qualcosa non va.

Fiat II
Sarà l'effetto del caldo eccessivo della notte o il risultato di esperimenti di alieni in missione sulla Terra.  La Fiat Croma da 400 mila chilometri mi parla. Dice che non sono io a dovermi vergognare di lei, ma è lei che si vergogna di me. 

Fiat III
Ho deciso: divorzio. Ritorno padrone della mia vita. Non sarò più sequestrato da treni o ostaggio di noleggiatori. Ritorno alla mia amata Croma.




selfies






















In giro per la città, di notte. Io ci provo, ma, da solo, non riesco a perdermi













Mi piacciono gli scatti che rubo a chi si fa una foto.
(In piazza. Mentre Gianni Morandi si racconta e canta.)