sabato 24 giugno 2017

scheduled

`Marcello lavora in aeroporto. La sua mansione e' di controllare la sala degli arrivi e di fornire informazioni. Michela lavora in un call-center. Il suo compito e' fornire risposte precise e puntuali. Marcello l'aveva notata fin dal primo giorno in cui lei si era presentata in aeroporto, senza alcun bagaglio o altro che facesse pensare a un comune passeggero. Ne aveva seguito i movimenti, come prassi per le regole anti-terrorismo, ma dopo un po', visto che restava davanti ai tabelloni degli arrivi, si era dedicato ad altro.  Il fatto e' che anche nei giorni successivi, piu' o meno nelle stesse ore, quella ragazza un po' cicciottella, arrivava, gironzolava e poi si metteva davanti agli schermi con gli elenchi dei voli in arrivo e i relativi orari. Cosi' di seguito, per giorni e giorni. Marcello, facendo un po' d'attenzione, aveva pure notato che mentre guardava quegli elenchi, mostrava spesso un'aria corrucciata, talvolta infastidita, se non peggio. Bofonchiava qualcosa, sbuffava persino. Lui non ci avrebbe giurato, ma in qualche caso, era convinto di averla persino sentita bestemmiare. Fu cosi' che un giorno, non resistette e con la massima aria professionale, le si avvicino' e le chiese se avesse bisogno del suo aiuto.  Nel giro di poche frasi, arrivo' giusto giusto, al nocciolo della questione: cosa ci facesse tutti i giorni in aeroporto, guardando i tabelloni degli orari dei voli. E soprattutto, perche' mai questi la irritassero al punto da farle perdere la sua espressione cosi' gentile, da donna mediterranea. Michela, sorpresa dalla schiettezza di Marcello, non esito' a raccontarsi. Veniva la', ogni giorno, perche voleva controllare quanto tutti quegli aerei fossero in ritardo. Lei, cosi' precisa e puntuale, soffriva nel vedere tutta quella serie di imprecisioni. Si sentiva salire il sangue al cervello nel vedere voli cancellati. Figuriamoci quando si sentiva rispondere che il volo era completo e non c'erano posti disponibili.
Marcello era stupito di quella maniacale necessita' di controllo, ma era abituato alle piccole ossessioni dei tanti viaggiatori. Turisti o piazzisti, onorevoli o professoroni, tutti avevano le loro piccole fissazioni, i loro piccoli riti, se non le scaramantiche abitudini. Cosi' lui saluto' Michela e riprese il lavoro, allontanandosi  con leggerezza, sapendo d'incontrarla il giorno dopo. Magari, stavolta, per un caffe'.
Ma il giorno seguente, per la prima volta, Michela non  venne all'appuntamento quotidiano. Era strano, dopo tanto tempo, questa improvvisa assenza. Forse un ritardo. Un impegno imprevisto anche per una come lei. Marcello si trovo'  a pensare che fosse colpa sua, della sua invadenza. Invece, dopo alcune ore, il collega del check-in, si avvicino' con il giornale in mano e, indicando la piccola foto nella pagina dei necrologi, gli fece notare che era proprio quella strana e bislacca ragazza che veniva tutti i santi giorni a controllare gli orari degli aerei.  Marcello ebbe un respiro piu' lungo del solito, ma, come era suo carattere, non fece trasparire nulla. Neppure quando, alzando lo sguardo verso il tabellone giallo e nero, vide che tutti i voli, quel giorno, erano in perfetto orario.
"Proprio oggi che non e' venuta...".



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