Se invece di 52 settimane, il giro completo attorno al sole fosse stato diviso in 45 ottimane, avremmo potuto mettere due domeniche di fila. Due colazioni a letto per te.
Che meraviglia, se il nostro corpo fosse in parte trasparente. Se pelle, muscoli e scheletro, lasciassero vedere i nostri organi interni. Quanti cervelli bellissimi potremmo incrociare, con i nostri sguardi, camminando per strada. Ho pensato questo, vedendo allo specchio, quel viso così poco affascinante del mattino.
Mercoledì. Strappato come certe torture medioevali. Con il lunedì e il martedì a tirare da una parte, il giovedì e il venerdì dall'altra. Mentre la regina Domenica assiste al supplizio.Però potete distrarvi per ottenere un numero fantastico. Prendete carta e matita. E moltiplicate 80X60X24X365. Il numero ottenuto, va moltiplicato per il numero dei vostri anni d'età. Poi moltiplicate 12X60X24X365 Il numero ottenuto, va moltiplicato per il numero dei vostri anni d'età. Così avrete due numeri da ricopiare su un cartoncino. Da tenere in bella mostra. A casa o al lavoro o dovunque vogliate. Dovrete ricordarvi di aggiungere ogni giorno un altro numero a ognuno. Al primo (80X60X24). Al secondo (12X60X24). Quando vi chiederanno cosa siano quei due numeri bislacchi, potrete rispondere che sono le emozioni che avete speso fino a quel momento. Il numero complessivo dei battiti del vostro cuore e dei vostri respiri.
È così. I ragazzi più grandi che arrivano sulla riva dell'acquitrinio, scegliendo con studiata noncuranza i ciottoli neri molati e appiattiti. E tu che li segui estasiato, mentre lanciano la pietra contro la superficie fangosa, senza neppure guardare. Segui i salti che paiono frutto di un laborioso addestramento. Il sasso piatto rimbalza sul velo d'acqua. Una, due, tre, quattro, cinque volte. Un'eternità di rimbalzi. Per poi affondare con eleganza nel limo.
E provi anche tu. Una, due, tre, quattro, cinque volte. Un'infinita serie di fallimenti. Riprovi, perfezionando la tecnica, per ore e giorni. Finché non capita, forse per la legge dei grandi numeri, che il sasso giusto, trova la giusta angolazione e l'attrito lo fa schizzare elegante fino quasi a scomparire, perdendo persino il conto dei rimbalzi. Proprio mentre nessuno dei tuoi compagni sta guardando.
E così. Passi il resto della vita a raccontare di quel lancio inarrivabile. Di quell'unica volta in cui il sasso fece così tanti rimbalzi, da perdersi al centro dello specchio acqueo. Come i vecchi che raccontano sempre la stessa storia. Sempre come fosse la prima volta.
(Oggi è venerdì. Ricordatevi di mostrare meraviglia. Qualunque cosa vi accada. Come fosse la prima volta. O la seconda, non importa.)
Mercoledì 15. Metà settimana a metà del mese. Il centro, segnato da una puntina da disegno, con la capocchia colorata di rosso vivo.
Il respiro da fermo, prima di saltare.
Il sospiro, prima del gemito.
Il buio di un battito di palpebre, prima della meraviglia del vedere il futuro che si fa presente.
(Il mercoledì è una giravolta. Un salto mortale sull'asse verticale anziché orizzontale. Che vi lascia davanti al vostro giovedì.)
Con tutte le mie forze, affondo con i piedi sul terreno, mentre le braccia, tese in ogni muscolo, spingono quell'enorme ammasso. Vorrei spostare il baricentro dell'Universo da dov'è stato finora. Perché io non sono il centro dell'Universo. Eppure Lui resta là, come fosse inamovibile. Facendosi beffe di ogni mia fatica. Eterno monumento all'Egoismo.
(Saltiamo veloci questo martedì. Spingiamo la settimana più in là, verso il mercoledì.)
Oggi, come esercizio, consiglio di circumnavigare il pianeta Giove. Senza misurare.
La mattina presto, riesco a pensare con amore, cura e attenzione, alle cose importanti della vita. Prima che il rumore delle minuzie, occupi la giornata. Funziona così, anche per le persone.
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