LU
Il vento del lunedì, è come certi piccoli scolari, che non vogliono sentire ragione, nel rifiutarsi di fare diligentemente i compiti. Perché tutti sanno che i venti hanno una direzione da seguire. Una rotta stabilita da un apposito ufficio, individuata facendo ruotare a caso la Rosa dei Venti. Si può solo deviare leggermente, scivolare in basso o librare in alto. Ma quello di oggi, è un vento che vuole altro. Perché i venti possono disegnare cerchi perfetti, ma per farlo devono incontrare un altro spirito indisciplinato. Che spinga in direzione contraria, fino a curvarsi così tanto, da diventare un turbine. Oggi, seguite la vostra direzione e se incontrerete un altro vento del lunedì, non vi preoccupate, se non disegnerete cerchi perfetti. Lasciate che abbiano la forma di ciò che amate
ME
Cosa vi aspettate, questo mercoledì? Un giorno fatto di cielo. Nuvole come promesse. Morbide davanti a voi. Sparse ovunque.
A vederle così, di primo mattino, sembrano aspettare soltanto di essere prese tra le mani, per dare loro la forma che vogliamo. Come certi giocolieri da strada, che fanno cani bassotto, dai palloncini colorati. Forse, durante il giorno, le nuvole fuggiranno, saranno altrove. Oppure si dissolveranno, unendosi ad altre. Alcune non ci saranno più alla fine del giorno. O davvero resteranno con voi, mansuete e sorridenti. Felici di prendere la forma che vorrete dare loro. Questo mercoledì, sapete cosa fare: allungare la mano e scegliere le nuvole che più vi piacciono. Come fossero promesse. Senza perderle.
Poi, non dite che io e Mercurio, non vi avevamo avvisati.
VE
Venerdì. Come l'approdo dopo un viaggio. Il vostro traghetto si avvicina alla costa. Un abbraccio vi aspetta. Il sabato si alza presto, per andare al mercato e preparare il pranzo, come si fa quando i parenti lontani ritornano. Mentre voi, rapidamente, richiudete la valigia con i vestiti usati della settimana. Distinti frettolosamente da quelli ancora puliti, che non avete indossato. Separati, gli uni dagli altri, dai pensieri infilati a strati. Da mostrare con calma, più tardi, a chi vi aspetta, emozionato, sulla banchina del porto.
ME
Mercoledì di miti e leggende. O di storie vere. Come Medusa, capace di pietrificare gli uomini, posando su di loro, il proprio sguardo. Ma Perseo, stavolta, non staccherà alcuna testa. Perché Medusa non userà i suoi occhi. Le basterà quel suo modo di dire la verità. Lasciandoti beatamente pietrificato.
Siete avvisati. Ma fatelo lo stesso.
GI
È come per le scie chimiche. Anche per l'origine delle nuvole, esistono due teorie. La prima ritiene che siamo prodotte dall'accumularsi del vapore acqueo, proveniente dagli specchi d'acqua scaldati dal sole.
La seconda, sostiene, granitica, che siano formate direttamente dalla fuoriuscita di gas, da squarci nelle mongolfiere dei nostri sogni. Perché non abbiamo cucito per bene la tela. O perché abbiamo volato troppo in basso. Giovedì. Esprimete con cura i vostri desideri. Volate alti.
MA
L'inverno. Come sentire già ora, il freddo che arriverà. Come scoprirsi al vento gelido che ancora non c'è. Come pensare che alle giornate più corte, corrispondano vite più brevi. Grande inganno, l'Inverno. Che ti arriva dentro, quando ancora non c'è. Fuori.
(Lo so. Oggi è triste come un campo dopo la battaglia. D'altronde, non può essere sempre Lunedì. E Martedì adempie al suo destino di giorno di Ares. Ineluttabile.)
ME
Dicono che nell'Universo, esistano galassie divenute così piccole, da poter stare nel palmo di una mano. Stelle e pianeti concentrati a tal punto, da mutare l'incommensurabile nel commensurabile. Nessuna immaginazione può andare oltre. Niente di più grande in uno spazio così piccolo. Poi prendo te, tra le mie mani. Il tuo fare. Il tuo essere. Il Tutto, in un luogo.Che supera la mia immaginazione. Si chiama Mercoledì
GI
Come un tempo, accuratamente, si ripiegavano i fazzoletti di seta. Disposti dentro cassetti profumati. Così appaiono certe anime. Minute, cesellate, ben ripiegate. Non può essere un caso, che il nostro cervello, ospiti tutti i nostri pensieri, sentimenti, emozioni, in mezzo alle sue circonvoluzioni. È questo il modo in cui, certe anime, si mostrano a chi non guarda attento e non vede quanto sia ampio, quel morbido lembo. Giovedì: dispiegate i vostri morbidi tessuti. Senza paura di sgualcirli.
VE
Mi conosce bene, la mia autoradio, quando mi fa sentire quelle canzoni che carezzano la mia anima arruffata. Quando mi parla dei miei amori e mi chiede dove sono andati. Senza aspettarsi una risposta, come i veri amici. Come le donne che hanno scelto di lasciarmi. O come le autoradio. Anche di venerdì.
(Denti feat. Cellamare)
SA
Una torre spagnola. Cerchi di tufo bianco scalcinato. Sono certo che ieri, proprio qui, davanti a me, ci fosse una porta. L'ho vista, l'ho toccata. Solo un vecchio chiavistello, fintamente poggiato, lasciato aperto da te. Oggi non la ritrovo. Eppure ho girato l'intero perimetro. Ho persino provato a scalfire i bordi della pietra, con un grimaldello di ferro arrugginito. Scivolava via, senza neppure una scheggia. Senza neppure trovare una fessura, un pertugio su cui fare leva. Senza quasi nessuna speranza di poter entrare. Lasciando solo il sogno che sia possibile. Dicono che basti, certe volte, a far riapparire le porte scomparse.
ME
Il sole come fuoco che divora alberi.
Così oggi, il mercoledì che divorerà il nostro tempo.
GI
E niente...
Questo giovedì è così.
Potete solo andarlo a cercare sul dizionario.
Alla voce "collabito" (con l'accento sulla i")
VE
Che lo vogliate o no, il venerdì è un giorno particolare.
Scelgo con cura le parole. Ne misuro la lunghezza. Ne stimo la trasparenza e il colore, come si fa con i diamanti. Ne sento il peso, tenendole in mano. Perché non siano mai troppo pesanti. Né troppo poco. Perché, poggiate sul letto, sprofondino leggermente, lasciando il loro segno incavato. Con la forma del desiderio.
SA
Sabato.
Vi ricordo che questo è il mese dell"Autunno Metafisico...
Guardo diritto davanti a me, un mondo del tutto trasparente. Poso gli occhi su ciò che mi circonda, quasi senza vederlo. Come gli esploratori indiani, posavano l'orecchio al suolo argilloso, per udire il suono di movimenti lontani. Così io posso vedere e immaginare mondi apparentemente distanti Come fossero pensieri. Tanto vicini da poterli toccare.
MA
Dicono che quella che vediamo in queste ore, sia la Luna che appare più grande, ai nostri occhi, negli ultimi settant'anni. Succede perché la sua orbita è più vicina del solito alla Terra. Io credo invece, che il cerchio della Luna sia davvero più grande. Magari perché trattiene il fiato, sorpresa dalla Bellezza della Terra, vista da così vicino. Catturata dalla curiosità di conoscere le nostre storie bellissime. Che si muovono come le maree.
Oggi che è martedì, guardate da vicino i vostri desideri, fino a toccarli.
GI
Così forte, a volte, questa sensazione, che cerca di strapparmi parole. Mentre io le trattengo con entrambe le mani.
La forza di gravità del giovedì.
VE
Ho sempre voglia di conoscere storie, che stiano aggrappate al mio cuore, con tutto il peso del loro corpo. Correndo il rischio che si strappi. Nel dubbio, tenete il sabato e la domenica, per ricucire il venerdì.
8°
Nei viaggi delle sei del mattino, ci facciamo compagnia, io e le ultime stelle. Indecisi entrambi. Le une, se scomparire del tutto nella luce del giorno. L'altro, se dissolvere nella normalità. Entrambi a scrutare l'orizzonte che verrà. Immutabile.
9°
Oggi, trovate la parola che cambi il vostro destino. Piccolo o grande. Che siate stelle o meno.
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