Dicono che i soldati feriti in battaglia, a cui amputavano le gambe, continuassero a sentirle, come se le avessero ancora. Lamentandosi persino del dolore all'arto che non c'era più.
Io ricordo che da ragazzino, rientrando la sera dal mare, stavo accucciato sul sedile posteriore di similpelle blu della Fiat 128. Tenevo il finestrino abbassato, ma non del tutto. Lasciavo aperta solo la parte superiore, giusto all'altezza della fronte e mi mettevo vicino al bordo, per sentire l'aria fortissima dei settanta chilometri orari. Prima che le curve e i tornanti della valle di Marreri, ci facessero boccheggiare a 15 all'ora. Era bellissimo sentire l'aria scontrarsi fortissima con il mio viso e spingere all'indietro i ciuffi dei miei capelli. Come se qualcuno li tirasse con ardore.
Stasera, complice il condizionatore scarico della 159 di Daniele, sono riuscito a rifarlo. Ed è stato bellissimo. Esattamente come allora. Ed è stato come per quei soldati. Ho sentito i miei capelli tirati all'indietro, sulla pelle strofinata dal vento caldo. Proprio come fossero ancora lì.
Io ricordo che da ragazzino, rientrando la sera dal mare, stavo accucciato sul sedile posteriore di similpelle blu della Fiat 128. Tenevo il finestrino abbassato, ma non del tutto. Lasciavo aperta solo la parte superiore, giusto all'altezza della fronte e mi mettevo vicino al bordo, per sentire l'aria fortissima dei settanta chilometri orari. Prima che le curve e i tornanti della valle di Marreri, ci facessero boccheggiare a 15 all'ora. Era bellissimo sentire l'aria scontrarsi fortissima con il mio viso e spingere all'indietro i ciuffi dei miei capelli. Come se qualcuno li tirasse con ardore.
Stasera, complice il condizionatore scarico della 159 di Daniele, sono riuscito a rifarlo. Ed è stato bellissimo. Esattamente come allora. Ed è stato come per quei soldati. Ho sentito i miei capelli tirati all'indietro, sulla pelle strofinata dal vento caldo. Proprio come fossero ancora lì.
Vorrei chiedere al mio amico che guida, di andare più piano. Di rallentare, proprio qui, dove la strada diventa più larga. Dove tutto, di giorno, appare completamente diverso da una sera d'inverno.
Vasco Rossi alle otto del mattino.
Una vita spericolata sulla vecchia strada statale Macomer-Nuoro.
Una vita in cui ognuno è perso dietro i fatti suoi.
Una vita niente Roxy, ma molto Iffurcau.
Una vita piena di guai. Purché possiamo sceglierceli prima.
Una vita spericolata sulla vecchia strada statale Macomer-Nuoro.
Una vita in cui ognuno è perso dietro i fatti suoi.
Una vita niente Roxy, ma molto Iffurcau.
Una vita piena di guai. Purché possiamo sceglierceli prima.
Passeggero della vita. Comodamente seduto sul sedile posteriore. Il vantaggio di vedere i miei compagni di viaggio. Di osservarli nel profondo dei loro particolari, senza essere visto. Di stare da solo quando mi va. Di non preoccuparmi della strada che ho davanti. Tranquillo, nel piegare il capo, per guardare ciò che agli autisti è proibito da sempre: la campagna che scorre di lato. Libero di pensarti e di scriverti, senza essere interrotto da incroci, cartelli, camion ingombranti, cantieri imprevisti. Prima o poi tornerò a guidare e non sarò più passeggero della vita. Però, adesso, lasciatemi guardare il cielo dal tettuccio trasparente.
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