martedì 3 marzo 2015

dalla lettera






















"Caro Gianrico, stiamo abbastanza bene.  A volte ci sentiamo come una confraternita. Ci aiutiamo vicendevolmente, nei momenti di difficoltà. Forse lo facciamo per colmare un vuoto. Un vuoto freddo, fatto di indifferenza, di distacco, talvolta di poca considerazione."

"Mia cara Giacomina. No. Non vedo freddo. Non vedo indifferenza. Non vedo distacco. Non vedo neppure "poca considerazione".
Penso invece, che dovete riuscire a guardare meglio.  A vedere bene, attraverso i vetri appannati dal freddo che vi circonda.
Penso che non avete un vuoto da colmare. Avete invece, un sacco pieno di buon grano. E mentre voi state a cavallo, con le vostre bisacce piene di buon seme, chi sta schiacciato per terra, dalla propria miseria, vede quei semi cadere da qualche strappo della tela.
È davvero diverso,  quello che accade. In realtà è la percezione, a volte inconsapevole, di questi esseri, della propria irrimediabile miseria. Loro urlano da sotto, minacciano, aggrediscono la vostra cavalcatura, azzannandovi talvolta alle caviglie, nel tentativo di farvi cadere.  Eppure, se ci pensi, tutto continua, irrimediabilmente, a dimostrare quanto essi siano lombrichi, su questa terra fertile.
Lombrichi.
Utili.
A fare humus.
Per le nostre coltivazioni dei semi che possediamo.




"Dite che vi manca.  Come può mancarvi, qualcosa che non esiste?"


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