domenica 19 ottobre 2014

le relazioni perdute




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ho scattato l'immagine che vedete, davanti a una scala del Palazzo dei Congressi. L'ho fatto dopo avere notato il mio amico Francesco, fermo davanti allo schermo. Ho pensato che Mosè, dovesse avere la stessa espressione, mentre riceveva le tavole dei Comandamenti. Leggendo la scritta sul display, ho capito il motivo del suo sorriso fiorentino.
E' vero. Tutti noi, in un passato più o meno recente, abbiamo perso una relazione, a cui eravamo interessati. Ma, almeno per quanto mi riguarda, non trovo di alcuna utilità, consultare gli atti multimediali.
Poi mi sono ricordato che mi trovavo a un convegno. E che le relazioni dello schermo, erano di altro genere, rispetto a quelle a cui stavo pensando.

mercoledì 1 ottobre 2014

trilogia dell'officina




A volte, mi sento così "poco". Così poco e basta.




Là c'è Monte Arcuentu, che mi segue dal finestrino. E proprio là, dietro di lui, sotto questa piccola pioggia di settembre, so che c'è, come sempre, Villa Idina.
So che c'è lei a ricordare un giorno fangoso  di settembre a Londra. So che c'è quella storia struggente, che io racconto ogni volta, per gli occhi lucidi di chi mi ascolta. E io vorrei raccontare a lei, per una volta, quella storia. Vorrei parlarle degli uomini e delle donne che, come lei, hanno paura di cambiare le proprie vite. Senza immaginare che la vita cambierà essa stessa, senza chiedere loro il permesso. E che lo farà usando ogni mezzo. Che sia una carrozza con le ruote di legno, che ti travolge nel centro di Londra. O che sia un medico, che per salvarti la vita, sezionera' una parte di te. Del tuo corpo o della tua anima, poco importa. Lei resterà la', a guardare il tramonto da una veranda. E non crederà a ciò che raccontano i vecchi abitanti del paese. Che giurano di poter vedere, la sera, Lady Idina, persa con lo sguardo, sulle dune delle Sabbie d'Oro. Ad aspettare che la vita ritorni ciò' che era. Senza chiedere il permesso.

 
officine I

Le "spie" gialle del cruscotto della mia auto, mi ricordano i brufoletti sul viso degli adolescenti. Come per loro, ogni giorno se ne aggiunge uno nuovo.
Un brufolo per la sicura alzacristalli, un altro per la luce di posizione anteriore destra, e da ultimo il temibile, angosciante e potenzialmente  letale "far controllare motore".
Spero che la mia auto superi presto la pubertà... a trecento mila chilometri.


officine II

Devo andare da Brico. Non trovo il cavetto rosso, per collegare i pensieri positivi. Quello nero è già collegato.


officine III

Dov'è il mio sorriso?  Quello che vedo, al suo posto, mi pare il ruotino di scorta. "Max 50 km/h". Anzi "Max 50 bpm".




Certe antenne sui tetti, sono talmente distrutte, che la loro funzione principale, mi pare sia quella di appoggio per i piccioni.





("Bene. Cercami pure, quando vorrai.")