domenica 15 giugno 2014

il flusso del tempo ("back to the future")

 
 

"Purtroppo è così, suo figlio non ha capito il flusso del tempo; un ragionamento piuttosto elementare, ma lui non lo ha capito". E' terribile avere di fronte una frangetta di maestra elementare, che ti snocciola davanti agli occhi, con gesti ampi, il deficit di intelligenza analitica, del tuo dna ereditario di sette anni. Non capire il flusso del tempo, era una prova inconfutabile del disinteresse di Arrigo, per quella scuola. Vi era, nella maestra, un dubbio inconfessabile: che io stesso fossi la causa di questo deficit. Probabilmente era per questo motivo, che si ostinava a fare ondeggiare il suo dito indice davanti al mio naso, ogni volta che esprimeva quel concetto: il-flusso-del-tempo.
Eppure qualcosa non mi convinceva. E la mia espressione doveva essere piuttosto smarrita, se la caritatevole maestra, decise di dedicarmi un terzo tempo; un minuto supplementare, per rendermi edotto della faccenda.
Un compito in classe, che l'aveva portata a ritenere insufficiente l'attenzione del suo alunno (incidentalmente  anche mio figlio).  Occorreva mettere nel giusto ordine, secondo il flusso del tempo, una tipica scenetta familiare. La sequenza corretta, secondo le aspettative della maestra, sarebbe dovuta essere:  1) ho la febbre; 2) vado dal medico; 3) vado in farmacia; 4) prendo la medicina.
Purtroppo Arrigo, al pari di Galileo, usò la propria logica, derivante dall'esperienza. Per cui, la sua sequenza risultò la seguente: 1) ho la febbre; 2) vado in farmacia; 3) prendo la medicina;  4) vado dal medico.
Del tutto irrispettoso della gerarchia scolastica, non ammise di essersi sbagliato. Nessuna abiura, proprio come il Galileo della prima ora.  Conosco poche persone come lui, capaci di perorare il torto marcio. Figuriamoci quando ritengono di avere ragione.  Il fatto risolutore, arrivò sotto forma di due fedeli compagni di classe: Riccardo e Matilde. Anche loro a rimostrare il proprio rammarico, per la sequenza logico/temporale sbagliata. In un istante tutto fu chiaro ed evidente. Infatti, Arrigo, Riccardo e  Matilde, oltre alla sequenza sgangherata, avevano in comune, un'altra cosa: erano tutti e tre figli di medici.  Dovete sapere che un figlio di medico, quando sta male, va dal pediatra, ma solo dopo che il genitore ha già fatto la sua diagnosi e somministrato la sua terapia. Soltanto dopo (per l'inefficacia della terapia suddetta), il bambino potrà andare all'ambulatorio medico Convenzionato con il S.S.N. in Pediatria. Alla faccia del flusso del tempo. E della consecutio temporum.



 

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