martedì 10 giugno 2014

firenze - roma





 
Mi è capitato pochi giorni fa. In treno. Da firenze a Roma. Perchè mentre leggevo il messaggio, con quella citazione di Nietzsche, il mio spiritello malefico, si è messo a svolazzare con le sue alucce attaccate alle caviglie.
"Bisogna avere il caos dentro di sè, per generare una stella danzante". Ed è stato in quel preciso momento che mi sono reso conto di una differenza fondamentale. Quella che esiste tra lo stare seduti a un tavolino di un bar, raccontarsi e chiacchierare, e tra lo stare a scriversi e descriversi, attraverso la tastierina di un telefonino. Si, lo so. Non sono molto chiaro, ultimamente. La Fiamma mi avverte spesso: "qualunque cosa tu dica, cerca di essere chiaro e comprensibile, per non lasciare spazio a interpretazioni strambe!!". Allora vi spiego meglio.
Se una frase come quella, vi viene detta da chi avete di fronte a voi, al tavolino di un bar, non avrete molte scelte:
1) "un concetto molto bello; chi è l'autore?";
2) "ah, si, ecco, mi ricordo la frase, ma non ricordo chi fosse ad averla detta";
3) "mi pare ovvio; ....a che ora la partita della Dinamo?".
In estrema sintesi, avrete ben poco da bleffare: lo sapete o non lo sapete che è una frase di Nietzsche? Avete studiato o no?
Se la stessa frase, ve la scrive la vostra presunta-futura-fidanzatina, e la leggete su whatsapp, la tecnologia spariglierà le carte per voi. Dovrete soltanto essere veloci, copiare la frase, aprire la pagina di google dallo stesso telefonino, incollare e premere invio. Nessuno si accorgerà di voi, mentre operate l'ignobile trucco, che in pochi secondi vi farà scrivere, sul touch screen, quelle due paroline magiche. "Adoro Nietzsche, e tu?"
 
 
Bocamario
 
Mi viene in mente di farti una domanda. Tu la mangi la fiorentina? E' un dubbio. Tu sei tipa da fiorentina o no?
 
 
42-20
 
Il mio vizio di girare la notte. Da solo, poi, non smetterei mai.
 
 
Ore venti

Ricordo mia nonna e le sue amiche. C'era un momento, ogni sera, in cui interrompevano qualunque attività, per andare a prendere la loro sveglia di ferro, poggiata sulla credenza o sul caminetto. Si sedevano davanti alla radio e aspettavano, concentrate, il momento in cui la voce torinese, dettava l'ora esatta. Solo in quell'istante, accuratamente, tutte quelle mani rugose, ruotavano con delicatezza, la manopolina e rimettevano al suo giusto posto, la lancetta lunga dei minuti. Dovremmo re-imparare questi gesti. Anche noi  dovremmo fermarci, una volta al giorno, e sincronizzare i nostri cuori. Almeno con chi ci ama.
 
 
Due punti.
 
1) Non penserete che gli angeli vadano in giro, mostrando le ali sotto la camicetta?
2) Non penserete che gli angeli non soffrano quanto voi? 
Ecco. Adesso non potete più dire che non lo sapevate, quando farà finta di non guardarvi negli occhi.
 
 
Buona giornata di mezzo.
 
Scrivo per te.
Con la vernice bianca.
Sul muro  di una vecchia strada.
Un vicolo cieco. Dove nessuno passa più.
Dove nessuno passa per caso. Tranne me.
Per rileggermi.
 
 
 
Ci scusiamo per l'interruzione.
 
La trasmissione di buoni pensieri, riprenderà al più presto possibile. (Chissà se esiste un massaggio cardiaco, per rianimare dai cattivi pensieri? Aspetto la risposta, esanime, abbandonato sul ciglio di questa giornata).
 
 
 
I
Ho cercato aiuto in me stesso. Ma non mi sono fatto trovare. Mi sono detto che non c'ero.
 
II
Quando avrò un figlio adolescente, risponderò alla sua domanda. "Non pensare troppo. Fai ciò che senti. Sarà la cosa giusta. E resterà sempre con te".
 
III
Sapere che sono il primo pensiero. Cambia le prospettive della giornata. E della vita.

 

auto - ritratto

Ecco. Questo sono io. Questo è il mio viaggio. Un viaggio di corsa, una mano stretta sul volante, un laccetto di cuoio nero, una camicia a righe.

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