lunedì 23 giugno 2014

ei, bi, si, di



"Cosa vi urta, esattamente, delle persone gentili? Il non riuscire ad esserlo?"
(misSchianto) Non è mio. Ma un pensiero così, merita.





















Oggi, citazione dei Beatles: ordine alfabetico.

A)
Quanti messaggi stamattina. Si sono svegliati presto, i miei problemi. Non vedevano l'ora di darmi il buongiorno. Farò un corso di wrestling, per divincolarmi. O un corso di sgushing....per sgusciare via. Giusto il tempo per poter prendere la mira. Uno ad uno. Nel frattempo, fate i bravi. Sorridete.

B)
Quando un cantiere appare nel punto preciso e nel momento esatto

C)
Avete presente le voglie? Quei desideri improvvisi, irrefrenabili, irresistibili, delle donne incinte? Quelli che bisogna soddisfare senza dubbio e senza indugio.  Credo di aver capito quanto siano forti. Di sicuro somigliano molto a quella misteriosa sensazione, che mi ha costretto a impugnare quel pezzo di plastica  e ferro, infilarci lo spinotto da una parte e due tappini di gomma dall'altra. Poi ho iniziato a battere i polpastrelli, fino a che non sono apparse le quattro parole della composizione magica. Quale misterioso, sconosciuto, potente sortilegio, mi ha portato a ricercarla?  Ma ormai ero troppo avanti per potermi fermare. L'ultimo passo era fatto. Quel passo che mai avrei immaginato di compiere: trovare Claudio Baglioni.  Ascoltare "E tu".
https://www.youtube.com/watch?v=cygUqshov3Q&feature=youtube_gdata_player

D)
Oggi.
Uno di quei giorni in cui Daniel Day Lewis aspetta che Michelle Pfeiffer si volti verso di lui.  Oggi guardo avanti.  Tutto questo sole dissolve ogni cosa.  E non mi importa.  Forse non mi voltero'.  Neppure all'ultimo istante.
 
E)
Indietro.
Inghiottito nuovamente da ciò che ero. Muscoli e nervi annodati in modo casuale. Per un destino sconosciuto ai più. Implacabile nel riportarmi esattamente là. Nel punto più lontano dal centro dell'universo.  Stai fermo un turno.  Tira i dadi.  Oppure parlami.
 
F)
Quante storie che ho ascoltato. Le ho sentite e fatte mie. Quante persone conosco senza averle mai  incontrate. Ma le ho viste nei tuoi occhi. Le ho carezzate con  le tue mani.
 
G)
Solo io e l'arcobaleno, stamattina, in mezzo a questo grigio.
 
H)
Chissà se il volume della mia radio, sarà abbastanza alto, da farti arrivare un po' della voce di Elisa. Basta che il vento respiri nella giusta direzione.  L'unica. La tua.
 
I)
Ho una vecchia scatola di cartone disegnato a fiori. Piena zeppa di fogli, diligentemente piegati, accuratamente imbustati. Un foglio, per ogni volta che ti ho pensato e non te l'ho detto. Come lettere scritte e, inutilmente, mai spedite. O lasciate indistinte, assieme a tante altre. Come le maglie ammucchiate, sulle bancarelle dei venditori al mercatino, dove tu devi frugare per ritrovare quella che fa per te. Della giusta taglia.

J)
Ci sono almeno due modi per inviare un messaggio. Premere la freccetta sullo schermo dello smartphone. O aspettare un pezzo di strada diritta, chiudere gli occhi per il tempo di un respiro.
 
K)
Non ci sei. La strada è vuota. Silenziosa. Come se ci fosse uno di quei grandi cartelli luminosi, che si vedono negli aeroporti. Come quando, di fianco al numero del tuo volo, appare la parola che lampeggia lentamente.
"Delayed".
 
L)
Happy B.
Sono nato alle nove del mattino. L'ultimo giorno di primavera. In quello che è il giorno più lungo dell'anno. E ancora oggi, nella mia vita, la luce occupa molto più spazio del buio. Grazie alle persone che mi vogliono bene.  Grazie. Ventiquattrore su ventiquattro.





Non posso parlarti.
Non posso scriverti.
Ora non posso neppure abbracciarti.
Posso solo esistere.
Oppure scegliere di non esistere.


domenica 22 giugno 2014

watching mtv



MTV Awards I

Ogni epoca ha i suoi poeti estemporanei. L'ho già detto in altri post. Non ci sono più le serate  ferragostane, con le famiglie intere, che raggiungevano la piazzetta di Santa Maria. Tutte dotate di sediette pieghevoli di legno, marcate Ichnusa. Non ci sono più le discussioni tra gli esperti. Tra gli estimatori delle varie categorie.  Ormai sono pochi persino i sopravvissuti, tra coloro che sapevano recitare a memoria, quei versi.  Conoscevo persone capaci di ricordare intere serate, passate ad ascoltare quelle che allora si chiamavano "gare poetiche". Ho visto da poco un mio vecchio zio, ex minatore enfisematoso, preoccupato per non riuscire a trovare qualche esperto elettrotecnico. Non per riparare la sua pompa portatile per  l'ossigeno. Ma per rimettere in funzione il suo  registratore a bobine, marca Geloso, annata 1965.  Dentro il nastro magnetico, custodisce annate intere  di feste di piazza, riconoscendone, metro per metro, data e luogo di registrazione. Ecco, dicevo, finita l'epoca delle gare forsennate,  elegantemente irriverenti o addirittura strafottenti. Sarcastiche, acidule, sottilmente affilate. Finita l'epoca di quelli che erano i divi della poesia estemporanea, capaci di accumulare piccoli  tesori economici. Quelli che allora si chiamavano quasi sempre "Zizi-Masala-Pazzola". Sempre assieme, tanto da farmi  sospettare che fosse un unico nome.
Quelli che oggi sono stati sostituiti dai nuovi poeti  estemporanei, con nomi ancora più improbabili: Emis  Killa, Salmo, Fedez, Clementino. Nomi che di sicuro avranno il loro perchè. Il mio figlio numero due,  sostiene che si tratta di nomi d'arte, che derivano dai loro veri nomi e cognomi. Sarà certamente cosi.  Però, un artista che nasce a Olbia, non può che avere un nome d'arte come "Salmo", in onore  alle cozze e al  rischio che si corre nel consumarle crude. Con buona pace di Paolo Pillonca.
 
 
 
MTV Awards II
 
Confesso che ho avuto un momento di ansia. Noemi, la mia rossa preferita, inizia a cantare, durante un concerto di  MTV. Mentre inizia, insiste inutilmente a chiedere che il pubblico batta le mani, al ritmo della musica sparata dal palco.  Sembra impossibile. Eppure è così.  Nessuno che batta le mani. Quelle stesse mani totalmente  impegnate a sostenere i telefonini per filmare il loro idolo.  Impossibilitati persino a cantare e  muoversi, con la canzone che conoscono a memoria. Il video verrebbe mosso. E nel frattempo, Noemi ha finito di cantare la sua bellissima canzone. Ma loro non se ne sono accorti. Sono impegnati a vedere com'è venuto il filmato e mandarlo agli amici, con Whatsapp o Messenger. Magari aggiungendo una nota: "è stato veramente emozionante". Che cosa?
 

domenica 15 giugno 2014

il flusso del tempo ("back to the future")

 
 

"Purtroppo è così, suo figlio non ha capito il flusso del tempo; un ragionamento piuttosto elementare, ma lui non lo ha capito". E' terribile avere di fronte una frangetta di maestra elementare, che ti snocciola davanti agli occhi, con gesti ampi, il deficit di intelligenza analitica, del tuo dna ereditario di sette anni. Non capire il flusso del tempo, era una prova inconfutabile del disinteresse di Arrigo, per quella scuola. Vi era, nella maestra, un dubbio inconfessabile: che io stesso fossi la causa di questo deficit. Probabilmente era per questo motivo, che si ostinava a fare ondeggiare il suo dito indice davanti al mio naso, ogni volta che esprimeva quel concetto: il-flusso-del-tempo.
Eppure qualcosa non mi convinceva. E la mia espressione doveva essere piuttosto smarrita, se la caritatevole maestra, decise di dedicarmi un terzo tempo; un minuto supplementare, per rendermi edotto della faccenda.
Un compito in classe, che l'aveva portata a ritenere insufficiente l'attenzione del suo alunno (incidentalmente  anche mio figlio).  Occorreva mettere nel giusto ordine, secondo il flusso del tempo, una tipica scenetta familiare. La sequenza corretta, secondo le aspettative della maestra, sarebbe dovuta essere:  1) ho la febbre; 2) vado dal medico; 3) vado in farmacia; 4) prendo la medicina.
Purtroppo Arrigo, al pari di Galileo, usò la propria logica, derivante dall'esperienza. Per cui, la sua sequenza risultò la seguente: 1) ho la febbre; 2) vado in farmacia; 3) prendo la medicina;  4) vado dal medico.
Del tutto irrispettoso della gerarchia scolastica, non ammise di essersi sbagliato. Nessuna abiura, proprio come il Galileo della prima ora.  Conosco poche persone come lui, capaci di perorare il torto marcio. Figuriamoci quando ritengono di avere ragione.  Il fatto risolutore, arrivò sotto forma di due fedeli compagni di classe: Riccardo e Matilde. Anche loro a rimostrare il proprio rammarico, per la sequenza logico/temporale sbagliata. In un istante tutto fu chiaro ed evidente. Infatti, Arrigo, Riccardo e  Matilde, oltre alla sequenza sgangherata, avevano in comune, un'altra cosa: erano tutti e tre figli di medici.  Dovete sapere che un figlio di medico, quando sta male, va dal pediatra, ma solo dopo che il genitore ha già fatto la sua diagnosi e somministrato la sua terapia. Soltanto dopo (per l'inefficacia della terapia suddetta), il bambino potrà andare all'ambulatorio medico Convenzionato con il S.S.N. in Pediatria. Alla faccia del flusso del tempo. E della consecutio temporum.



 

martedì 10 giugno 2014

firenze - roma





 
Mi è capitato pochi giorni fa. In treno. Da firenze a Roma. Perchè mentre leggevo il messaggio, con quella citazione di Nietzsche, il mio spiritello malefico, si è messo a svolazzare con le sue alucce attaccate alle caviglie.
"Bisogna avere il caos dentro di sè, per generare una stella danzante". Ed è stato in quel preciso momento che mi sono reso conto di una differenza fondamentale. Quella che esiste tra lo stare seduti a un tavolino di un bar, raccontarsi e chiacchierare, e tra lo stare a scriversi e descriversi, attraverso la tastierina di un telefonino. Si, lo so. Non sono molto chiaro, ultimamente. La Fiamma mi avverte spesso: "qualunque cosa tu dica, cerca di essere chiaro e comprensibile, per non lasciare spazio a interpretazioni strambe!!". Allora vi spiego meglio.
Se una frase come quella, vi viene detta da chi avete di fronte a voi, al tavolino di un bar, non avrete molte scelte:
1) "un concetto molto bello; chi è l'autore?";
2) "ah, si, ecco, mi ricordo la frase, ma non ricordo chi fosse ad averla detta";
3) "mi pare ovvio; ....a che ora la partita della Dinamo?".
In estrema sintesi, avrete ben poco da bleffare: lo sapete o non lo sapete che è una frase di Nietzsche? Avete studiato o no?
Se la stessa frase, ve la scrive la vostra presunta-futura-fidanzatina, e la leggete su whatsapp, la tecnologia spariglierà le carte per voi. Dovrete soltanto essere veloci, copiare la frase, aprire la pagina di google dallo stesso telefonino, incollare e premere invio. Nessuno si accorgerà di voi, mentre operate l'ignobile trucco, che in pochi secondi vi farà scrivere, sul touch screen, quelle due paroline magiche. "Adoro Nietzsche, e tu?"
 
 
Bocamario
 
Mi viene in mente di farti una domanda. Tu la mangi la fiorentina? E' un dubbio. Tu sei tipa da fiorentina o no?
 
 
42-20
 
Il mio vizio di girare la notte. Da solo, poi, non smetterei mai.
 
 
Ore venti

Ricordo mia nonna e le sue amiche. C'era un momento, ogni sera, in cui interrompevano qualunque attività, per andare a prendere la loro sveglia di ferro, poggiata sulla credenza o sul caminetto. Si sedevano davanti alla radio e aspettavano, concentrate, il momento in cui la voce torinese, dettava l'ora esatta. Solo in quell'istante, accuratamente, tutte quelle mani rugose, ruotavano con delicatezza, la manopolina e rimettevano al suo giusto posto, la lancetta lunga dei minuti. Dovremmo re-imparare questi gesti. Anche noi  dovremmo fermarci, una volta al giorno, e sincronizzare i nostri cuori. Almeno con chi ci ama.
 
 
Due punti.
 
1) Non penserete che gli angeli vadano in giro, mostrando le ali sotto la camicetta?
2) Non penserete che gli angeli non soffrano quanto voi? 
Ecco. Adesso non potete più dire che non lo sapevate, quando farà finta di non guardarvi negli occhi.
 
 
Buona giornata di mezzo.
 
Scrivo per te.
Con la vernice bianca.
Sul muro  di una vecchia strada.
Un vicolo cieco. Dove nessuno passa più.
Dove nessuno passa per caso. Tranne me.
Per rileggermi.
 
 
 
Ci scusiamo per l'interruzione.
 
La trasmissione di buoni pensieri, riprenderà al più presto possibile. (Chissà se esiste un massaggio cardiaco, per rianimare dai cattivi pensieri? Aspetto la risposta, esanime, abbandonato sul ciglio di questa giornata).
 
 
 
I
Ho cercato aiuto in me stesso. Ma non mi sono fatto trovare. Mi sono detto che non c'ero.
 
II
Quando avrò un figlio adolescente, risponderò alla sua domanda. "Non pensare troppo. Fai ciò che senti. Sarà la cosa giusta. E resterà sempre con te".
 
III
Sapere che sono il primo pensiero. Cambia le prospettive della giornata. E della vita.

 

auto - ritratto

Ecco. Questo sono io. Questo è il mio viaggio. Un viaggio di corsa, una mano stretta sul volante, un laccetto di cuoio nero, una camicia a righe.

domenica 1 giugno 2014

goethe & morgana

La malinconia dei mattini, di una primavera che non si decide. Ecco la raccolta.
 
 
 
Pulizie di primavera.
 
Certo. È vero. Ho deciso di cambiare tutto, dentro casa. Ho portato fuori tutti i mobili, i quadri, i libri. Li ho accatastati nel cortile davanti alla porta.  Ora,  va bene che tutti vedano quel caos, alla merce' di chiunque passi. Ma che ci si metta anche la pioggia, a inzuppare ogni cosa! Non ho neppure un piccolo telo, per le cose più preziose. E ci vuole tempo per riporle al posto giusto.


 
Citazione Cortese.
(Handle with care).
 
Stai svanendo. Nell'incantesimo di Morgana.
Se tocchero' la tua mano, ci sarà una luce bianca.
E tu sarai di nuovo materia.
O per sempre sogno.
 




Inutilmente.
 
È come se la giacca fosse impigliata nelle lancette di quel gigantesco orologio, che mi trascinano lungo le ore del giorno. Esanime. Senza poter decidere.

 
Il lavoro rende liberi.
 
Usciamo. Fuori da qui. Fuori da questa gabbia di cemento che piega i pensieri. Che li rende curvi. Ranicchiati a proteggersi dal freddo dei cuori spenti.
Usciamo. Fuori da qui. Dovunque. Per parlare delle cose del mondo. Senza trattenere il respiro.

 
Ritardi.
 
Lo spread della disaffezione al lavoro, oggi ha raggiunto quota ore 7:27.

 
(Featuring Fabri Fibra)
 
Questa è una di quelle giornate in cui ognuno di noi ha i suoi universi che collassano, stelle che esplodono, buchi neri che si avvicinano, nulla che avanzano. Impossibile avere attenzione per gli altri umani. Tranne te.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(Featuring Johann Wolfgang von Goethe)
 
"Noi avremo il coraggio di mutare questa situazione.
Anche se non dipende da noi mutare i nostri sentimenti".