Come un bambino di legno, passato tra le fauci di una balena, prigioniero dentro un buio morbido. Così sono io. Sequestrato dentro le emergenze quotidiane, che divorano ogni strategia. Che accorciano il respiro delle cose. Sbranando anche i pochi brandelli di tempo che ancora mi appartengono. E così, io cerco di salvarli, trattenendoli nella penombra di una piccola cera, posata sul cappello. Come un piccolo uomo di legno, che teme qualunque Fiamma.
(Un giorno, in cui sarò sicuro che tu non ci sia, andrò a vedere il tuo mare. Passerò tra le case. Posando con cura i miei piedi, sulle tue impronte, lievi e ormai quasi invisibili.)
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