A Oppama, la ferrovia non è mai arrivata. Quando gli ingegneri inglesi, progettavano le ferrovie in Sardegna, avevano un'idea molto semplice. I binari dovevano servire a collegare le miniere con i punti di carico. Poi dovevano servire a collegare i paesini che producevano qualcosa di utile e necessario alle città (latte, formaggio, carapigna). E soprattutto, il percorso veniva studiato, in modo che fosse possibile reperire il materiale necessario alla costruzione, direttamente lungo il percorso stesso. Il che, detto in soldoni, significa che i binari passavano nelle zone in cui si potevano segare gli alberi, in quantità sufficiente a fornire adeguato numero di traversine. Cosi, il percorso infilava o costeggiava boschi e foreste. Portava il progresso e la comunicazione, dovunque vi fossero alberi, in numero sufficiente da abbattere. Ma il paese di Oppama, già da allora, non aveva alberi da abbattere, per farci le traversine dei binari. E il treno inglese, a scartamento ridotto, si guardò bene dal passarci vicino. Lord Benjamin, preferì disegnare la doppia linea di ferro e legname, più vicina al monte Palay. Per poterlo comodamente disboscare. Così il treno passò dal Marghine al Goceano, ma evitò accuratamente, il paese senza alberi. Persino la guerra, ci passò lontana, quasi con garbo. Lasciando soltanto i ricordi scanzonati di quei giovani soldati tedeschi. Lasciando solo l'eco delle risate degli indigeni, per quei giovani e inesperti soldati. Che urlavano, dopo avere mangiato avidamente, i famosi fichi d'india della pianura, che, diversamente da quelli siciliani, avevano millioni di spine sulla buccia. A qualcuno, doveva essere sembrata una buona idea, quella di traccciare una pista di atterraggio per aerei della Luftwaffe, in quella piana. Messa lì, al centro dell'isola, come che fosse una specie di "Area 51" del deserto del Nevada. E davvero non riesco a immaginare quale sgangherato generale, abbia potuto pensare di piantare proprio là, un campo d'aviazione, anche solo da usare come officina, magari per riparare in santa pace, i velivoli guasti. Della guerra, gli abitanti delle rive del fiume Perso, prendevano solo degli innocui souvenir. Prevalentemente alimentari. Talvolta sotto forma di casse di legno pitturato. Buone per tenerci pane, cipolle, aglio o ferramenta. Erano talmente richieste in paese, che ci fu un periodo in cui i ragazzini organizzavano delle vere e proprie missioni, alla ricerca di casse da sottrarre. Come la volta in cui decisero di portarne via una, molto ben verniciata e tenuta sotto una tenda. Ce la misero tutta, per portarla fino alla stalla di Nicola. Nonostante fosse piuttosto pesante, e nonostante, il soldato di guardia, si agitasse, fingendo disperazione e gridando parole incomprensibili. Forse dicendo loro che fosse troppo GRANDE da rubare. O forse dicendo che contenva GRANO. O che dentro ci fossero GRONDAIE. Perchè, nella pianura senza alberi, mica se lo filava nessuno, un soldato tedesco che urlava. "GRANATEN!...GRANATEN!".
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