sabato 23 febbraio 2013

si sappia

Lo faccio una volta l'anno. L'ultima, è stata nel luglio del 2012 ("attesa imbarco"). Avevo citato alcuni versi di Shibata Toyo, una centenaria giapponese che, a novantotto anni, ha deciso di scrivere poesie.  In questo sabato piovoso, mi sono regalato mezzora di pausa e ho inciampato in un libro di Adelphi. Una raccolta di poesie, di Rodolfo Wilcock, un ingegnere ferroviario, nato in Argentina, arrivato in Italia e persino morto e sepolto nella penisola. Quindi, vi dicevo, ho inciampato e,  inciampando, sono caduto su una piccola cosa.  Ed eccola qui, incollata poco più sotto. Il titolo è "Si sappia".  Leggetela e poi perdete un pò di tempo, a guardare fuori dalla finestra.
 
Si sappia, insomma che verso metà secolo
 la terra ebbe un sussulto e si decise
 a fare il meglio che poteva fare
 per una volta, forse per l’ultima volta.
 Chiamò a raccolta le maree oceaniche,
 i venti più famosi delle montagne,
 i metalli preziosi, i fiori rari,
 il Nilo, il Gange, il Plata e il Mississippi,
 i ghiacciai e i deserti e i pachidermi,
 e non sapendo che farsene di un tutto
 tanto imponente e tanto imbarazzante,
 chiese al primo dormiente che passava
 per il lago del sogno universale
 come vedeva lui la perfezione.
 Lo chiese a me, e così fece te.




(Oppure, a guardare Mary Poppins alla tv)

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