venerdì 5 ottobre 2012

Milano Centrale - Bologna Centrale

 MILANO CENTRALE
Una volta, ho letto che gli "occhiali rosa", che mettiamo in certi periodi della vita, modificano veramente tutto ciò che vediamo intorno a noi, rendendolo diverso, almeno ai nostri occhi.  Trovo di un fascino imbarazzante, persino il groviglio di fili, pali, luci e cartelli, che si intrecciano allo sguardo, mentre esco dalla stazione di Milano, e mentre cerco di immaginare cosa fossero quelle vecchie stazioni con le loro tettoie disegnate e forgiate. E così, nel tempo che impiego a scrivere i miei pensieri ferroviari, alzo lo sguardo nuovamente, per scoprire di essere già alla piccola stazione successiva. Lambrate. Dove niente parla di ciò che era. Solo presente. Solo un momento di passaggio. Nulla che chieda per sé, un briciolo delle mie emozioni. Tutte ferme lì.  A Milano.  Impigliate nel groviglio di fili, pali, luci e cartelli.

ROGOREDO
Chissà perché, mi sembra che le ragazzine e i ragazzini di Piacenza, mi appaiano meno "belli" di quelli che puoi incontrare a Bologna. Anzi, quando il treno si ferma alla stazione di Rogoredo, ti sembra che le ragazzine e i ragazzini, che salgono in direzione Bologna, siano già più belli, più felici.

LODI
É come se questa terra volesse fare una promessa. Farmi vedere in questo anticipo di sole, come potrà essere la primavera, nella pianura piatta. Dove risaltano quelle fattorie. Bellissime. Non puoi dire di avere mai visto una fattoria, se non hai visto brillare quei casali, delineati da una striscia piatta alla base, e dagli alberi alti e spogli nella verticale. Come i disegni a china, che mi facevano fare da ragazzino.

PIACENZA
Mi piace lasciare lo scompartimento, un quarto d'ora prima dell'arrivo. Lascio il suono ovattato della prima classe, per sentire il rumore del vagone, che scorre sui binari. È un  suono più adatto al panorama della pianura, che scivola dai finestrini.

"Potresti mancarmi. Senza nessun altro motivo, che non sia la curiosità di scoprire."

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