Certe mattine, mi trovo con la faccia gonfia, vecchia, magari stanco. Poi vedo le mie tre stelle in fila, che scompaiono, con il sole che sorge, e con la luce del giorno che inizia. A volte, come oggi, è una luce così chiara e trasparente. Con i colori che sono solo per me, che nessuno può vedere, e neppure raccontare. Non mi importa più della stanchezza o di altro. Capisco che non ne potrei fare a meno. Come una cosa che fa parte delle mie giornate. Della mia vita. Posso dire di essere un uomo ricco, se posso dimenticare di essere in ritardo, rallentare la velocità della mia macchina, fermarmi su un pezzo di strada umida, per godermi questa luce, un pò più a lungo. Guardando l'orizzonte, lo vedo come disegnato da una matita invisibile, che separa con una linea continua, l'azzurro del profilo delle piccole montagne, dal celeste del cielo senza nuvole. A quell’ora, non saprei cosa volere di più. Magari solo fartelo sapere. Perché, come diceva quell’accidenti di scultore greco, che non mi ricordo mai come si chiamava, “il dare, non toglie niente”.
(ps.la foto è un mio scatto del venticinque ottobre)
(ps.la foto è un mio scatto del venticinque ottobre)