lunedì 16 gennaio 2012

cartelli

Credo che, se le ferrovie volessero iniziare a risparmiare davvero, secondo me ,dovrebbero spostare alcune tratte ferroviarie. I treni non dovrebbero più passare in certe stazioni.  Ad esempio, basterebbe non passare a Casalpusterlengo, e già si potrebbe risparmiare sui tre cartelli che in ogni stazione, ci fanno sapere dove ci troviamo. L'altro giorno, mentre il treno si fermava e io iniziavo appena a leggere il nome della stazione, il convoglio era già ripartito. Di norma, i cartelli (quelli rettangolari, azzurri, con la scritta bianca) sono larghi circa un paio di metri. Quello di Casalpusterlengo, sembrava lungo come la salsiccia fatta a buddusò per partecipare al guinnes dei primati. Insomma, un consumo inaudito di alluminio. E non si può neppure pensare di abbreviarlo. Non è come scrivere S.Teresa Gallura, anzichè S-a-n-t--a T-e-r-e-s-a di G-a-l-l-u-r-a.  Mica si può scrivere "Casal P.", oppure "C.Puster.", "C.P.Lengo" o ancora "Casal.go", come si fa nelle lettere, dove Illustrissimo, diventa un improbabile Ill.mo (che cosa ci si risparmi, poi, fatemelo sapere).  Tantomeno, si può fare come in alcuni paesi dalle parti di Sebastiano Satta, dove le abbreviazioni dei nomi delle località, sono piuttosto decise. "OSSANA" diventa "O**AN*",  "OROPELLI" diventa "OR*PE**I",  "SINISCOPA" diventa "S**IS**P*", e così via.  Dov'è il risparmio, mi chiederete?  Non sulla lunghezza del cartello, certamente.   Ma pensate a quanto alluminio in meno c'è nei cartelli, con tutti quei   (asterisco)buchi......

1 commento:

  1. ma gli asterischi equivalgono ai buchi fatti dai pallini?

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