In realtà, quando ho deciso di scrivere queste righe, da mettere nel blog, avevo l'idea di chiamare il tutto, proprio con questo titolo: "adelina e guendalina". Come ho scritto il 15 novembre, volevo iniziare proprio da questa prima teoria. E questa teoria inizia a Stintino.
Se, come capita a me in questo periodo, vi trovate a lavorare e vivere, in un posto fuori dalla Sardegna, il primo argomento di cultura e società, che vi toccherà affrontare, riguarderà quasi certamente, le meraviglie turistiche dell'isola. Purtroppo, avrete da subito un ruolo ingrato. Disintegrare la granitica certezza di alcuni, circa le dimensioni dell'isola di Sardegna, discretamente superiori a quelle di un tipico atollo tropicale. Poi dovrete affrontare le facce stupite (perchè non ho idea di come sia un'espressione...basita) di chi vi sente bestemmiare: "io non so nuotare". Riuscirete a estorcere una mite condanna, con pietà collaterale, solo se avrete il coraggio e l'ardimento di precisare che siete nati in un posto equidistante da qualunque specchio acqueo marino. In effetti io sono nato in un posto talmente lontano dalle spiagge, che per avere il mal di mare, non serviva andare in traghetto, ma bastava il viaggio in auto per raggiungere il porto d'imbarco. Se tutto procede come previsto, in capo a una mezzora, vi troverete a spiegare che Stintino è un borgo caratteristico. Che la spiaggia della Pelosa è indubbiamente bellissima, e soprattutto che, tolta l'erosione dell'arenile, tolta la concessione demaniale zeppa di ombrelloni e sdraio, tolta la valanga umana che la occupa dalle 7 alle 7, conviene cambiare spiaggia. Anzi, bisogna decisamente cambiare orizzonte. Se avete un amico indipendentista, della Repubblica di Malu Entu, vi consiglierà, quasi sicuramente, la spiaggia di Mandriola, fronte edicola e bar (all-inclusive), dove l'acqua non ha nulla da invidiare alla cugina blasonata del capo di sopra. Per gli altri, meno irriducibili, basterà fermarsi un pò prima del paese di Stintino, girando al piccolo bivio che porta l'indicazione di "Pazzona".
Ecco. Ci sono arrivato. E' proprio dalla spiaggia di Pazzona, a Stintino, che parte la storia della teoria di Adelina e Guendalina, anche se in realtà ha origini più lontane.
In effetti la spiaggia di Pazzona, ha consentito quella che, tecnicamente, si potrebbe chiamare, la conferma sperimentale, dopo una prima fase di teorizzazione, e un successivo primo esperimento nelle spiagge di Scivu e di Putzu Idu.
Quando deciderete anche voi, che è arrivato il momento di dedicarvi alle scienze sociali, anzichè perdere tempo con la Nintendo-wii, provate a mettervi comodi e seguire, ad esempio in una spiaggia di ombrelloni, le famigliole in arrivo. Prendete la mira, e individuate le mamme che operano sullo scenario di guerra di un normale arenile estivo. Poi, iniziate l'esperimento. Fateci caso. Ammirate la leggera soavità delle mamme che hanno solo figlie femmine (almeno 2), la loro grazia, il loro sguardo luminoso, dolce, premuroso, pieno di una gioia di vivere e di orgoglio, che non hanno pari. Sono mamme che quando devono richiamare la loro prole (femminile), usano solo vezzeggiativi, un tono di voce carezzevole, suadente: "... Adelinah...! .... Guendalinah...! ... suvviah... venite a bere qualcosah?" (la "h" finale, serve a darvi l'idea, impossibile per iscritto, dell'anelito amoroso che trasmettono nel richiamare le piccole). A questo punto, vi occorre procedere alla seconda fase dell'esperimento. Individuate le mamme che hanno solo figli maschi (almeno 2). E' difficile descrivere quello che potrete vedere e sentire. Sono mamme provate da un'esperienza che tempra il carattere, che produce una sorta di mutazione genetica, senza interessare il dna. Ho pensato a lungo a come rendere per iscritto quello che a voce è più facile, ma se avete visto qualche volta dei film, tipo "Platoon" o "Full metal jakets" capirete se vi dico che esse non sono più vere mamme, ma la trasformazione in sergenti dei marines. "U-g-o-o!!!!!....M-a-s-s-i-m-i-l-i-a-n-o-o-o!!!!!" - "fuori dall'acqua!! o vengo io a tirarvi fuori usando le vostre orecchieeeeeee!!!". Forse non sarete d'accordo. Devo ammettere che solo una volta ho avuto un dubbio, circa questa mia classificazione. E' stato nella spiaggia di Tancau, dove una mamma, stremata dalla mancanza di disciplina della figlioletta, dovette fare uso dell'ultima risorsa, dell'arma finale. "Federica!!! Se non la smetti, ti lego all'ombrellone con la tua treccia e non ti sciolgo fino al tramonto!". Ma era figlia unica.
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